Hai mai provato a indurre uno stato ipnotico su qualcuno, solo per scoprire che la persona davanti a te non risponde? O magari ti è capitato di voler provare l’ipnosi, ma per qualche ragione non sei riuscito a entrarci veramente?
Non preoccuparti, non sei solo. Esistono meccanismi interni profondi che impediscono alle persone di entrare in ipnosi, anche quando vogliono davvero provare questa esperienza. Questo non dipende esclusivamente da paure o pregiudizi, ma anche da processi cognitivi e psicologici automatici che ostacolano l’accesso allo stato ipnotico. Comprendere questi ostacoli è essenziale per migliorare la propria capacità di facilitare la trance, sia come ipnotista che come soggetto.
Capire i blocchi ipnotici: non si tratta solo di paura o resistenza
Quando si parla di difficoltà nell’ipnosi, molti ipnotisti pensano subito a due ostacoli classici:
- Timori e pregiudizi sull’ipnosi (“E se perdo il controllo? E se non mi sveglio?”)
- Resistenze consce e inconsce che ostacolano l’abbandono alla trance.
Sebbene questi fattori siano importanti (e qui trovi un articolo su come abbattere le resistenze), oggi voglio parlarti di un altro livello di ostacolo: i meccanismi psicologici naturali che rendono difficile rispondere all’ipnosi. Questi non dipendono dalla volontà cosciente della persona, ma sono radicati in processi cognitivi che, in certi casi, impediscono alla mente di lasciarsi andare completamente alla suggestione.
La percezione errata dell’ipnosi: Hollywood ha rovinato tutto
Il primo motivo per cui le persone faticano a entrare in ipnosi è la mancanza di comprensione di cosa sia realmente l’ipnosi e di cosa possa offrire.
Hollywood ha dipinto l’ipnosi come uno stato di perdita totale di controllo, dove il soggetto fa cose assurde senza rendersene conto. Questo mito genera aspettative sbagliate: quando una persona non prova quell’effetto magico immediato, pensa che l’ipnosi “non funzioni” su di lei.
In realtà, l’ipnosi è un processo naturale che avviene ogni giorno. Quando sei assorto in un libro, immerso in un film o guidando senza ricordare esattamente il tragitto, stai vivendo stati simili alla trance. Ma a causa della disinformazione diffusa nei media, molte persone si aspettano qualcosa di radicalmente diverso, creando una barriera mentale tra loro e l’esperienza ipnotica.
Uno degli ostacoli principali è che molte persone credono che l’ipnosi debba essere subita passivamente, mentre in realtà è un processo attivo. L’induzione della trance funziona meglio quando il soggetto collabora attivamente, seguendo le suggestioni e lasciandosi guidare dall’esperienza invece di cercare segnali di un ipotetico “potere ipnotico”.
L’ansia da prestazione: il nemico invisibile dell’ipnosi da palcoscenico
Un altro ostacolo cruciale, soprattutto nell’ipnosi da spettacolo, è l’ansia da prestazione.
Pensa a qualcuno che viene chiamato sul palco, sotto luci forti, circondato da un pubblico che si aspetta reazioni stravaganti. Se consideriamo che parlare in pubblico è una delle fobie più comuni, è facile capire come il soggetto possa irrigidirsi, bloccando ogni risposta ipnotica.
Molte persone si sentono sotto pressione per “essere ipnotizzabili” e rispondere nel modo corretto alle suggestioni dell’ipnotista. Questo pensiero crea un cortocircuito mentale: più si sforzano di entrare in ipnosi, meno ci riescono. Questo fenomeno è noto come autosabotaggio cognitivo: il soggetto è così preoccupato di fallire che si blocca completamente.
Inoltre, lo stato di stress e attivazione dell’ansia non è compatibile con lo stato ipnotico. L’ipnosi funziona meglio quando la mente è rilassata e aperta alle suggestioni. Se un soggetto è in uno stato di iper-vigilanza, è molto meno probabile che riesca a lasciarsi andare alla trance.
La Legge dell’Effetto Inverso: quando provare troppo manda tutto all’aria
Più ci sforziamo di ottenere un risultato, meno siamo in grado di raggiungerlo. Questo principio, noto come Legge dell’Effetto Inverso, si applica perfettamente all’ipnosi.
Uno studio dell’Università della California, Santa Barbara, del 2013 ha rivelato che il pensiero eccessivo compromette le prestazioni, anche nei compiti automatici e inconsci. Se una persona si concentra troppo sul “fare bene” l’ipnosi, finirà per sabotarla senza rendersene conto.
Pensaci: quante volte hai cercato di addormentarti forzandoti a dormire? Più ci provi, più rimani sveglio. L’ipnosi funziona allo stesso modo. Tentare troppo intensamente di “sentire qualcosa” in trance può paradossalmente impedirlo, perché il soggetto sta monitorando ogni sensazione anziché lasciarsi andare.

Il ruolo dell’ipnotista: quando la tecnica diventa un ostacolo
Un altro problema è legato al modo in cui l’ipnotista esegue le tecniche.
Molti ipnotisti inesperti non creano un feedback con il soggetto: si limitano a dare comandi ipnotici, senza verificare se la persona stia rispondendo correttamente.
Un buon ipnotista deve guidare la persona attraverso fenomeni inconsci in modo progressivo, adattandosi al suo livello di suggestibilità. Per il 20% della popolazione altamente suggestionabile questo non è un problema, ma per tutti gli altri richiede un approccio più raffinato.
Cosa fanno gli ipnotisti inesperti quando la tecnica non funziona? Incolpano il soggetto:
- “Tu non sei ipnotizzabile”
- “In realtà non vuoi essere ipnotizzato”
Due errori madornali. Nel primo caso, si etichetta la persona come “incapace” di beneficiare dell’ipnosi. Nel secondo, si colpevolizza il soggetto, senza considerare che il problema potrebbe essere l’approccio dell’ipnotista stesso.
La mancanza di fiducia e la paura di perdere il controllo
Uno degli ostacoli più potenti che impediscono alle persone di entrare in ipnosi è la mancanza di fiducia nell’ipnotista o nel processo ipnotico. Se il soggetto ha dubbi, sospetti o anche solo un minimo di diffidenza, sarà molto più difficile per lui lasciarsi andare alla trance.
Spesso questa sfiducia deriva dall’idea sbagliata che l’ipnosi implichi una perdita totale di controllo. Molti pensano che, una volta entrati in trance, potrebbero essere costretti a fare cose contro la loro volontà. Questo mito è alimentato da film e spettacoli televisivi che mostrano l’ipnosi come una sorta di potere magico in cui l’ipnotizzatore ha il controllo assoluto sul soggetto.
In realtà, l’ipnosi è uno stato di collaborazione. Nessuno può essere ipnotizzato contro la propria volontà e nessuno può essere costretto a fare qualcosa di contrario ai propri valori. Tuttavia, se una persona è convinta del contrario, il suo inconscio si attiverà per proteggerla, sabotando il processo ipnotico.
L’ipnotista deve quindi costruire un rapporto di fiducia, spiegando chiaramente cosa sia l’ipnosi e rassicurando il soggetto sul fatto che manterrà sempre il controllo della situazione. Solo quando il soggetto si sente sicuro e a suo agio potrà davvero entrare in trance.
La difficoltà a lasciarsi andare e il bisogno di controllo
Alcune persone faticano a entrare in ipnosi semplicemente perché non riescono a lasciarsi andare. Questo problema è particolarmente comune tra individui con un forte bisogno di controllo sulla propria mente e il proprio corpo.
Chi è abituato a essere sempre vigile, razionale e attento potrebbe trovare difficile abbandonarsi alle suggestioni ipnotiche. Questo accade spesso con persone molto analitiche, iper-razionali o con un passato di esperienze in cui hanno dovuto mantenere un alto livello di autocontrollo per affrontare difficoltà o traumi.
Inoltre, chi ha paura di lasciarsi andare teme di perdere il controllo sulle proprie azioni o sulle proprie emozioni. Questa paura può manifestarsi in modo inconscio, impedendo il rilassamento necessario per l’induzione ipnotica.
Per superare questo ostacolo, l’ipnotista deve lavorare con tecniche che aiutino il soggetto a sentirsi sicuro nel processo. Tecniche come l’ipnosi progressiva, l’uso di suggestioni permissive e la costruzione di un rapporto di fiducia sono fondamentali per aiutare queste persone a entrare in trance senza ansia o resistenza.
Come diventare un ipnotista efficace
L’ipnosi è una pratica straordinaria che può essere incredibilmente potente se applicata correttamente. Tuttavia, come abbiamo visto, diversi fattori possono ostacolare il processo ipnotico, sia per il soggetto che per l’ipnotista.
Se vuoi migliorare le tue capacità ipnotiche, devi imparare a riconoscere e gestire questi ostacoli. Ogni persona è diversa e risponderà all’ipnosi in modo unico. La chiave del successo non è solo la tecnica, ma la capacità di leggere la persona che hai di fronte, creare un ambiente sicuro e adattare il tuo approccio alle sue esigenze.
Seguendo i consigli forniti in questo articolo, potrai affinare la tua abilità di guidare le persone in trance in modo più naturale, efficace e rispettoso.
Ricorda: l’ipnosi è una forma di collaborazione tra ipnotista e soggetto, e non un semplice atto di controllo. Più comprendi e rispetti il funzionamento della mente umana, più sarai in grado di creare esperienze ipnotiche profonde e trasformative.
Se vuoi imparare un metodo efficace per ipnotizzare e applicarlo immediatamente, ho creato il Video Corso Pratico di Ipnosi PRO. In questo corso ti guiderò passo dopo passo attraverso le tecniche più efficaci, utilizzate nel mio studio e nei miei corsi di formazione.
Clicca qui per accedere al corso e iniziare subito!
Domande frequenti sull’ipnosi e le resistenze
Quali sono le principali resistenze all’ipnosi e come superarle?
Le resistenze possono essere consce (paura di perdere il controllo, scetticismo) o inconsce (ansia, schemi mentali rigidi). Per superarle, è fondamentale creare fiducia, spiegare il processo ipnotico in modo chiaro e utilizzare tecniche progressive.
Come posso capire se il mio cliente sta opponendo resistenza?
Segnali comuni di resistenza includono tensione muscolare, risposte vaghe, difficoltà a rilassarsi o a seguire le suggestioni. Un buon ipnotista adatta l’approccio per rendere il processo più fluido.
Cosa fare se una persona afferma di non sentire nulla durante l’ipnosi?
Non tutti sperimentano la trance allo stesso modo. Alcuni non percepiscono cambiamenti marcati, ma l’ipnosi può comunque essere efficace. È utile spiegare che la trance non è necessariamente uno stato di incoscienza, ma un’esperienza di concentrazione e rilassamento.
È possibile eliminare completamente le resistenze all’ipnosi?
Non sempre, ma è possibile ridurle al minimo attraverso un approccio empatico, tecniche di pre-induzione e adattamento delle suggestioni in base alla persona.
Come posso rendere più efficace una sessione con un soggetto resistente?
Utilizza tecniche di convincimento progressivo, ipnosi conversazionale e crea un contesto in cui il soggetto si senta sicuro. Può essere utile anche coinvolgerlo attivamente nel processo, chiedendogli feedback sulla sua esperienza.
Bibliografia
- Kirsch, I. (1990). Hypnotic suggestibility. New York: Routledge.
- Nash, M. R., & Barnier, A. J. (2008). The Oxford Handbook of Hypnosis. Oxford University Press.
- Spiegel, H., & Spiegel, D. (2004). Trance and Treatment: Clinical Uses of Hypnosis. American Psychiatric Publishing.
- Yapko, M. D. (2012). Trancework: An Introduction to the Practice of Clinical Hypnosis. Routledge.
- Elkins, G. R. (2016). Handbook of Medical and Psychological Hypnosis: Foundations, Applications, and Professional Issues. Springer.
- Hilgard, E. R. (1977). Divided Consciousness: Multiple Controls in Human Thought and Action. Wiley.
- Hammond, D. C. (1990). Handbook of Hypnotic Suggestions and Metaphors. Norton & Co.

