L’ipnosi è pericolosa? Scopri tutta la verità!

L’ipnosi ha da sempre affascinato e spaventato in egual misura. Film, romanzi e spettacoli di magia hanno contribuito a diffondere un’immagine distorta di questa pratica, alimentando miti e pregiudizi che ancora oggi persistono. Ma è davvero pericolosa? Facciamo chiarezza.

Secondo numerosi studi scientifici, tra cui quelli pubblicati dall’American Psychological Association (APA) e dalla British Society of Clinical and Academic Hypnosis (BSCAH), l’ipnosi è una pratica sicura e validata scientificamente, quando eseguita da professionisti formati. Tuttavia, è fondamentale fare distinzione tra ipnosi clinica e spettacoli di intrattenimento, che spesso generano false credenze sull’argomento.

I miti più diffusi sull’ipnosi

Nel corso degli anni, l’ipnosi è stata oggetto di numerosi fraintendimenti e leggende metropolitane. Tra show televisivi, romanzi e film, l’immaginario collettivo ha creato una versione distorta di questa pratica, spesso associandola a forme di controllo mentale o poteri occulti. Questi falsi miti hanno contribuito a generare paura e scetticismo, allontanando molte persone dai benefici reali dell’ipnosi.

Ma cosa dice la scienza? È tempo di smascherare alcune delle credenze più diffuse e chiarire cosa sia davvero l’ipnosi.

1. L’ipnosi ti fa perdere il controllo

Uno dei miti più radicati e diffusi sull’ipnosi è la convinzione che, una volta sotto ipnosi, si diventi marionette senza volontà, completamente in balia dell’ipnotista. Questa paura è alimentata da spettacoli televisivi e film in cui il protagonista viene “programmato” per compiere atti fuori dal suo controllo, magari abbaiando come un cane su comando o rivelando segreti inconfessabili. In realtà, l’ipnosi è ben lontana da questa rappresentazione fantasiosa.

Gli studi scientifici dimostrano che una persona in stato ipnotico rimane sempre consapevole di ciò che sta accadendo e può rifiutare qualsiasi suggerimento che non sia in linea con i suoi valori o desideri. L’ipnosi non è una sorta di “controllo mentale” come quello descritto nei romanzi di spionaggio, ma piuttosto uno stato di focalizzazione attentiva e rilassamento in cui la mente diventa più ricettiva a determinate suggestioni.

Durante una sessione di ipnosi, il soggetto può sperimentare un’alterazione della percezione del tempo, una maggiore concentrazione o un aumento della capacità immaginativa, ma mantiene sempre la sua capacità di scegliere. Se un’istruzione fornita dall’ipnotista è in contrasto con la morale o la volontà della persona, questa semplicemente la ignorerà. Per esempio, nessun ipnotizzato inizierebbe a commettere atti contrari alla propria morale solo perché qualcuno glielo suggerisce sotto ipnosi.

2. L’ipnosi è un potere magico o sovrannaturale

L’ipnosi è spesso circondata da un alone di mistero, come se fosse un’arte esoterica accessibile solo a pochi eletti dotati di poteri arcani. Questo mito è stato alimentato per secoli da illusionisti, scrittori e registi che hanno dipinto l’ipnotista come un mago capace di controllare la mente altrui con un semplice schiocco di dita.

In realtà, l’ipnosi non ha nulla a che vedere con il sovrannaturale.

Non è un incantesimo, né una pratica mistica, ma un fenomeno psicologico ben documentato dalla ricerca scientifica.

L’ipnosi è una condizione di attenzione focalizzata e rilassamento profondo che sperimentiamo spesso nella nostra vita quotidiana, anche senza rendercene conto.

Ti è mai capitato di essere talmente assorbito da un libro o da un film da perdere la cognizione del tempo?

Oppure di guidare lungo un tragitto familiare e, arrivato a destinazione, renderti conto di non ricordare ogni singolo dettaglio del percorso?

Questi stati di “trance naturale” sono delle vere proprie forme di auto ipnosi: la mente entra in una modalità in cui l’attenzione è altamente focalizzata, mentre tutto il resto passa in secondo piano.

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Ciò spiega perché l’ipnosi viene utilizzata in ambito terapeutico: permette di sfruttare questo stato di concentrazione per facilitare cambiamenti positivi, come la riduzione dell’ansia, il controllo del dolore o il superamento di abitudini dannose.

Tuttavia, non ha nulla di soprannaturale: è un processo psicologico che coinvolge il cervello e il sistema nervoso in modi che la scienza ha studiato approfonditamente.

Le ricerche neuroscientifiche dimostrano che l’ipnosi è associata a cambiamenti specifici nell’attività cerebrale. Durante uno stato ipnotico, le aree del cervello coinvolte nella percezione, nell’attenzione e nella regolazione delle emozioni lavorano in modo diverso rispetto allo stato di veglia ordinario (Landry & Raz, 2015).

Ad esempio, studi di neuroimaging hanno mostrato che, sotto ipnosi, l’attività nella corteccia cingolata anteriore e nella corteccia prefrontale cambia, suggerendo un’alterazione nella consapevolezza di sé e nella modulazione della percezione del dolore.

Questo significa che l’ipnosi non è un trucco da palcoscenico, ma un fenomeno reale che coinvolge meccanismi neurologici ben definiti. Anche il fatto che alcune persone siano più facilmente ipnotizzabili di altre ha spiegazioni scientifiche: è stato dimostrato che la suscettibilità ipnotica è legata a fattori come la capacità di immersione nelle esperienze immaginative e la connettività tra diverse aree cerebrali.

L’ipnosi è una tecnica validata scientificamente nel corso degli ultimi 50 anni

3. Alcune persone non possono essere ipnotizzate

Un altro fraintendimento comune è che solo alcune persone siano “ipnotizzabili”, mentre altre sarebbero completamente immuni all’ipnosi. In realtà, la capacità di entrare in uno stato ipnotico varia da persona a persona, ma la maggior parte degli individui è in grado di sperimentare un certo livello di ipnosi con il giusto approccio.

Secondo ricerche condotte presso l’Università di Stanford (Spiegel et al., 2007), circa il 10-15% della popolazione è altamente ipnotizzabile, mentre un altro 10-15% risponde poco o nulla all’ipnosi. Tuttavia, il restante 70-80% delle persone può entrare in uno stato ipnotico moderato con le giuste condizioni e tecniche.

Un aspetto fondamentale che influenza la capacità di essere ipnotizzati è la predisposizione individuale alla concentrazione e all’immaginazione. Le persone con una spiccata capacità di visualizzazione tendono ad essere più ipnotizzabili. Tuttavia, l’ipnosi non è un talento innato, ma una capacità che può essere sviluppata. Tecniche di rilassamento e di focalizzazione dell’attenzione possono migliorare la risposta all’ipnosi nel tempo.

Infine, il contesto e il livello di fiducia nel terapeuta giocano un ruolo cruciale. Se una persona è scettica o diffidente, sarà meno incline a rilassarsi e a seguire le suggestioni. Questo non significa che non possa essere ipnotizzata, ma che l’approccio dovrà essere adattato alle sue esigenze. In sintesi, l’ipnosi è una capacità naturale della mente umana, e con la giusta guida, quasi tutti possono trarne beneficio.

4. Con l’ipnosi posso ricordare vite passate

L’idea che l’ipnosi possa riportare alla luce ricordi di vite passate è uno dei miti più diffusi, soprattutto grazie ai racconti sensazionalistici diffusi dai media e da alcune correnti spiritualiste. Tuttavia, non esiste alcuna evidenza scientifica a sostegno della teoria della regressione a vite precedenti.

Secondo la ricerca di Lynn et al. (2002), i “ricordi” di presunte vite passate sono spesso il risultato di suggestioni involontarie, immaginazione guidata e costruzioni mentali basate su esperienze personali e culturali. Inoltre, studi sulla memoria dimostrano che il cervello umano è altamente malleabile e incline a creare false memorie (Loftus, 1997).

Questo fenomeno è particolarmente rischioso quando viene usato in contesti terapeutici senza un approccio critico e basato su evidenze scientifiche. Per questo motivo, le principali associazioni di psicologia e ipnosi clinica, come l’American Psychological Association (APA), sconsigliano l’uso della regressione a vite passate come strumento diagnostico o terapeutico.

Un altro fraintendimento comune è che solo alcune persone siano “ipnotizzabili”. In realtà, tutti possono entrare in uno stato ipnotico, anche se con diversi gradi di profondità. Pensiamo a quando ci perdiamo nei nostri pensieri mentre guidiamo o a quando restiamo assorti in una musica: sono tutti stati simili all’ipnosi (Hilgard, 1977).

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5. L’ipnosi può farmi ricordare vividamente i ricordi dell’infanzia

Uno dei miti più diffusi è che l’ipnosi possa riportare alla luce ricordi perfettamente dettagliati del passato, come se fosse una macchina del tempo mentale. Tuttavia, gli studi sulla memoria dimostrano che il nostro cervello non funziona come una videocamera che registra ogni evento in modo oggettivo e immutabile. Al contrario, la memoria è un processo ricostruttivo e altamente influenzabile.

Secondo Loftus, l’ipnosi può aumentare la quantità di ricordi accessibili, ma non garantisce la loro accuratezza. Questo perché durante lo stato ipnotico le persone sono più suscettibili alle suggestioni, il che può portare alla creazione di falsi ricordi. Ad esempio, se un terapeuta suggerisce indirettamente un dettaglio durante una sessione, il soggetto potrebbe incorporarlo nel suo racconto senza rendersi conto che non è un vero ricordo.

Un caso emblematico è quello delle “false memorie” emerse in alcuni contesti giudiziari, dove l’ipnosi è stata usata per recuperare testimonianze che si sono poi rivelate inesatte. Questo ha portato le principali associazioni di psicologia, tra cui l’American Psychological Association (APA), a sconsigliare l’uso dell’ipnosi per il recupero di ricordi nei procedimenti legali.

Ciò non significa che l’ipnosi non possa essere utile nell’esplorazione del passato personale, ma è essenziale essere consapevoli del fatto che i ricordi emersi sotto ipnosi non sono necessariamente più precisi di quelli recuperati in stato di veglia. In ambito terapeutico, l’ipnosi può essere utilizzata per aiutare le persone a elaborare esperienze passate e a comprendere meglio le proprie emozioni, ma sempre con un approccio critico e consapevole.

6. L’ipnosi può farti rivelare segreti contro la tua volontà

L’idea che una persona ipnotizzata possa rivelare segreti imbarazzanti o personali senza volerlo è un tema frequente nei film e nei programmi televisivi. Quante volte abbiamo visto un personaggio sotto ipnosi confessare qualcosa di compromettente senza rendersene conto?

Questa rappresentazione, sebbene cinematograficamente efficace, è completamente falsa e non supportata dalla scienza.

Durante l’ipnosi, il soggetto non perde la capacità di discernere tra ciò che vuole dire e ciò che preferisce tenere per sé. L’ipnosi non funziona come un “siero della verità”, né ha il potere di costringere qualcuno a dire qualcosa contro la propria volontà. Gli studi condotti da Lynn dimostrano che, anche in stati profondi di ipnosi, le persone conservano il proprio senso critico e possono opporsi a suggerimenti che percepiscono come inappropriati o contrari ai loro valori.

Uno studio pubblicato sul International Journal of Clinical and Experimental Hypnosis (Kirsch, 2011) conferma che l’ipnosi aumenta la suggestibilità, ma non elimina la capacità di rifiutare comandi o richieste non gradite. Questo significa che una persona sotto ipnosi non può essere forzata a confessare segreti, a meno che non voglia farlo consapevolmente.

L’idea che l’ipnosi possa essere usata per estorcere informazioni riservate è quindi un mito privo di basi scientifiche.

Dal punto di vista neuroscientifico, l’ipnosi altera l’attività delle aree cerebrali coinvolte nella concentrazione e nella percezione della realtà (Raz & Lifshitz, 2016), ma non annulla il funzionamento della corteccia prefrontale, che regola il controllo delle proprie azioni. Questo spiega perché i soggetti ipnotizzati non agiscano mai contro la loro volontà.

In conclusione, nessuno può essere costretto a rivelare segreti sotto ipnosi. Chi teme di perdere il controllo delle proprie parole può stare tranquillo: l’ipnosi è una tecnica sicura, che non annulla il libero arbitrio né espone le persone a manipolazioni incontrollabili.

L’ipnosi clinica è sicura, purché venga effettuato da uno psicologo e/o psicoterapeuta ben formato e regolarmente iscritto all’Ordine.

Esistono rischi nell’ipnosi? La verità tra sicurezza e precauzioni

L’ipnosi è generalmente considerata una pratica sicura quando eseguita da professionisti qualificati. Tuttavia, come per qualsiasi tecnica psicologica o medica, esistono alcune precauzioni da tenere presenti per garantire un utilizzo corretto ed etico.

L’idea che l’ipnosi sia priva di rischi al 100% è ingenua, così come è sbagliato pensare che sia una pratica pericolosa di per sé. La realtà, come sempre, sta nel mezzo: l’ipnosi è un potente strumento terapeutico, ma deve essere applicata con competenza e consapevolezza.

Affidarsi a professionisti esperti: il primo passo per la sicurezza

Purtroppo, il mondo dell’ipnosi è pieno di autodidatti che si autoproclamano “ipnotisti” senza alcuna formazione clinica o psicologica. Questo è un problema serio, perché l’ipnosi può avere effetti profondi sulla psiche se gestita da persone che non hanno una formazione in psicologia e/o in psicoterapia.

Gli ipnotisti improvvisati spesso non conoscono i protocolli di sicurezza né le possibili reazioni avverse che possono verificarsi in soggetti vulnerabili. Per questo motivo, in Italia, l’ipnosi clinica può essere praticata solo da psicologi e psicoterapeuti abilitati. Affidarsi a un professionista con una formazione solida è essenziale per garantire un’esperienza sicura e benefica.

Condizioni psicologiche preesistenti: quando fare attenzione

L’ipnosi è generalmente sicura, ma ci sono alcune situazioni in cui deve essere applicata con cautela o addirittura evitata.

Ad esempio, nei casi di disturbi dissociativi o psicosi, l’ipnosi potrebbe accentuare sintomi preesistenti, portando a fenomeni di derealizzazione o depersonalizzazione. In questi casi, è fondamentale che l’uso dell’ipnosi sia valutato da uno specialista con esperienza in psicopatologia.

Chi soffre di ansia grave o disturbi post-traumatici potrebbe trarre beneficio dall’ipnosi, ma è importante che le tecniche utilizzate siano adeguate e non provochino un’intensificazione delle emozioni negative. Un professionista qualificato sarà in grado di adattare il trattamento in base alle esigenze del paziente, scegliendo le metodologie più appropriate.

Il rischio della falsa memoria: un problema serio

Uno degli aspetti più controversi dell’ipnosi riguarda il rischio della falsa memoria. Alcuni ipnotisti, soprattutto quelli senza una preparazione clinica adeguata, utilizzano l’ipnosi per “recuperare” ricordi repressi o nascosti nel subconscio. Il problema è che, come accennato, la memoria umana non funziona come un registratore che conserva tutto in maniera perfetta e immutabile. Al contrario, i ricordi possono essere modificati, distorti o addirittura creati ex novo.

La psicologa Elizabeth Loftus ha condotto numerosi studi sulla malleabilità della memoria e ha dimostrato che l’uso inappropriato dell’ipnosi può portare alla creazione di ricordi falsi, anche di eventi traumatici mai accaduti. Questo può avere conseguenze devastanti, specialmente quando si tratta di episodi di abuso o violenza: persone convinte di aver subito traumi inesistenti possono sviluppare stress post-traumatico o danneggiare relazioni importanti sulla base di memorie non reali.

Per questo motivo, l’ipnosi non dovrebbe mai essere utilizzata come strumento per “scavare” nel passato senza una chiara metodologia scientifica e senza la supervisione di un esperto in psicologia della memoria.

L’ipnosi in ambito clinico: vantaggi e precauzioni

Quando utilizzata in un contesto professionale e con finalità terapeutiche, l’ipnosi offre numerosi benefici. Studi scientifici hanno dimostrato che può essere efficace nel trattamento di ansia, fobie, dolore cronico, insonnia e dipendenze. Tuttavia, affinché sia davvero utile e sicura, devono essere rispettati alcuni principi fondamentali.

Monitoraggio continuo del paziente

Durante una sessione di ipnosi, è essenziale che il professionista osservi attentamente le reazioni del paziente. Alcuni soggetti potrebbero manifestare segnali di disagio o ansia durante la trance ipnotica, ed è compito dell’ipnotista intervenire prontamente per modulare l’esperienza e garantire il benessere della persona.

Un professionista esperto sa riconoscere i segnali di resistenza e sa quando è opportuno interrompere o modificare il percorso ipnotico. In alcuni casi, è necessario abbinare l’ipnosi ad altre tecniche terapeutiche per ottenere i migliori risultati.

Uso etico delle suggestioni

L’ipnotista deve evitare suggerimenti dannosi o fuorvianti. Anche se una persona in stato ipnotico mantiene il controllo della propria volontà, alcune suggestioni possono avere effetti indesiderati se non formulate con attenzione. Ad esempio, se un ipnotista inesperto suggerisce a un paziente con ansia che “non sentirà più paura”, rischia di creare una dissociazione che potrebbe portare a una gestione inefficace delle emozioni. Un professionista qualificato, invece, formulerebbe la suggestione in modo più utile, come “sarai sempre più in grado di affrontare la paura con calma e sicurezza”.

L’etica professionale è essenziale in ipnosi: l’obiettivo deve essere sempre il benessere del paziente e non l’intrattenimento o la dimostrazione di potere.

Graduale uscita dallo stato ipnotico

L’uscita dall’ipnosi deve essere gestita con cura. Se una persona viene riportata bruscamente allo stato di veglia, potrebbe sperimentare effetti collaterali come vertigini, confusione o sensazione di stordimento. Un ipnotista esperto guiderà il paziente fuori dalla trance in modo graduale, con suggerimenti di progressivo risveglio e riportando l’attenzione alla realtà in modo dolce e controllato.

Conclusione: dobbiamo temere l’ipnosi?

L’ipnosi, se praticata correttamente da professionisti qualificati, non è pericolosa. Il vero problema non è la tecnica in sé, ma la disinformazione che la circonda. Troppe volte le persone si lasciano influenzare da falsi miti e paure ingiustificate, perdendo l’opportunità di utilizzare uno strumento straordinario per il miglioramento del benessere psicofisico.

>>> Se sei interessato ad approfondire l’argomento, ti consiglio di leggere “L’ipnosi in 21 concetti chiave“, un testo che esplora in modo chiaro e basato su evidenze scientifiche come funziona realmente l’ipnosi, sfatando i falsi miti e spiegando le sue applicazioni pratiche in ambito clinico e terapeutico <<<

L’ipnosi non è magia, non è pericolosa e non è una perdita di controllo. È un’opportunità per accedere alle risorse interiori della mente e utilizzarle per il cambiamento e la crescita personale. Se vuoi provarla, assicurati di affidarti a professionisti certificati e preparati.

L’ipnosi, se praticata correttamente, non è pericolosa. Il vero problema è la disinformazione. Se sei curioso di provarla, affidati solo a professionisti certificati.

Domande frequenti sull’ipnosi

L’ipnosi funziona per tutti?

Sì, ma con diversi livelli di profondità. Alcuni entrano in uno stato ipnotico più facilmente di altri.

Posso essere costretto a fare qualcosa contro la mia volontà?

No, l’ipnosi non annulla il libero arbitrio.

È sicura per chi soffre di ansia o depressione?

Se praticata da uno psicologo o psicoterapeuta, può essere utile nel trattamento di questi disturbi.

L’ipnosi può farmi ricordare eventi rimossi?

Può aiutare ad accedere a ricordi, ma non garantisce l’accuratezza e può creare falsi ricordi.

L’ipnosi può migliorare le prestazioni sportive o accademiche?

Sì, molte ricerche dimostrano che l’ipnosi può essere utilizzata per aumentare la concentrazione, la motivazione e la gestione dello stress.

Esistono controindicazioni all’uso dell’ipnosi?

L’ipnosi è generalmente sicura, ma deve essere evitata in alcuni casi, come nei disturbi psicotici o dissociativi, a meno che non sia praticata da un professionista esperto.

L’ipnosi può aiutare a smettere di fumare o perdere peso?

Sì, esistono protocolli ipnotici specifici per supportare il cambiamento di abitudini, con risultati documentati in diversi studi scientifici.

Quanto dura una sessione di ipnosi?

Dipende dall’obiettivo, ma in genere una sessione dura tra i 30 e i 60 minuti.

Posso auto-ipnotizzarmi?

Sì, molte tecniche di autoipnosi possono essere apprese per migliorare il benessere quotidiano, ridurre lo stress e potenziare la concentrazione.

L’ipnosi funziona per tutti?

Sì, ma con diversi livelli di profondità. Alcuni entrano in uno stato ipnotico più facilmente di altri.

Posso essere costretto a fare qualcosa contro la mia volontà?

No, l’ipnosi non annulla il libero arbitrio.

È sicura per chi soffre di ansia o depressione?

Se praticata da uno psicologo o psicoterapeuta, può essere utile nel trattamento di questi disturbi.

L’ipnosi può farmi ricordare eventi rimossi?

Può aiutare ad accedere a ricordi, ma non garantisce l’accuratezza e può creare falsi ricordi.

Bibliografia

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