Uno degli aspetti più affascinanti dell’ipnosi è sicuramente quello regressivo, la possibilità di poter portare la mente indietro nel tempo.
Attraverso questa tecnica ipnotica è possibile aiutare le persone a lavorare su tutti quegli elementi del passato che creano un dolore.
Il passato può essere una miniera di ricordi belli, piacevoli, in cui possiamo riconoscere le nostre qualità e il nostro valore.
Ma nel passato ci sono anche momenti dolorosi… così dolorosi da far sparire tutto il resto.
In questi casi può venire in aiuto la regressione ipnotica.
Ma in che modo funziona l’ipnosi regressiva?
Il dolore legato al passato non è generato dall’evento il sé, ma dal modo in cui è stato interpretato dalla mente.
Ti faccio un esempio molto semplice: immagina due persone che hanno subito uno stesso evento traumatico.
La prima non ha nessuna conseguenza, mentre la seconda continua rivivere nella propria mente costantemente quel trauma.
Se ti guardi attorno, troverai migliaia di esempi concreti simili a questo.
Ciò ci dimostra due cose:
- Il passato non ci influenza per ciò che è oggettivamente accaduto, ma per il modo in cui è stato elaborato.
- Buona parte del dolore legato al passato deriva dal fatto che la persona ogni giorno rivive nella propria mente l’accaduto.
Con l’ipnosi regressiva si aiuta il soggetto in trance a creare una nuova elaborazione e ad interrompere il loop mentale che quotidianamente gli fa rivivere il ricordo.
In questo articolo voglio mostrarti quali sono tre delle chiavi da utilizzare per giungere a questo obiettivo.
Se già lavori con l’ipnosi, avrai scoperto a tue spese che non è necessario limitarsi a far vivere al soggetto il proprio passato, ma è anche necessario aiutarlo a compiere delle manovre ben precise, che lo aiutano a interrompere la connessione col dolore e a generare una nuova elaborazione del passato.
In questo articolo ti voglio rivelare tre di queste chiavi.
Si tratta di elementi fondamentali se vuoi che la persona al risveglio possa davvero essersi lasciata il dolore del passato alle spalle.
E sono esattamente quegli stessi elementi che se mancano rischiano di far vivere al soggetto in trance un’esperienza spiacevole che, invece di diminuire il suo dolore, lo fa aumentare ancora di più.
Se ti stai chiedendo quali sono queste tre chiavi, rispondo subito:
L’accettazione
Il raccontarsi una nuova storia
Il perdono
Tra poco vedremo ogni singolo elemento nel dettaglio, e come puoi usarla quando lavori con la regressione ipnotica.
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1. L’accettazione
Per mostrarti questo punto voglio cominciare con un esempio.
La persona che ami sta per partire per l’America, dove inizierà il lavoro dei tuoi sogni.
Tu non hai un soldo da parte, neppure per pagarti il volo, figuriamoci per vivere lì sino a quando non trovi un lavoro.
Sai bene che una volta distanti le cose cambieranno e che quella storia non potrà andare avanti.
Ci sono troppi fattori contro.
Così cammini per strada, perdendoti più nei tuoi pensieri che nei vicoli, sino a quando non passi accanto ad un bar dove incontri un amico.
Ti fermi a bere un caffé con lui e, dato che lo fa lui, anche tu acquisti un gratta e vinci.
Gratti… e scopri di aver vinto 100.000 euro.
Corri a casa felice, non ci puoi credere.
Torni a casa di corsa, per capire come ritirare i soldi e chiami la persona che ami per dargli la notizia.
E gliela vuoi dare mentre stringi il biglietto vincente, ma non lo trovi… lo cerchi in ogni tasca… lo cerchi per ore… sino a percorrere la strada da casa al bar… ma niente, nessuna traccia.
L’hai perso.
Ecco, mi rendo conto che magari una cosa del genere non ti è mai accaduta, ma se te ne parlo è perché vorrei farti comprendere come funziona il dolore legato ai ricordi del passato.
Immaginiamo questa persona dieci anni dopo l’accaduto: ripensa sempre a quel gratta e vinci.
Ogni giorno.
Pensa alla sua vita che poteva essere diversa… se solo non fosse stato così stupido da perdere quel biglietto.
Ogni giorno rivive quel momento, quel dolore.
Questo è esattamente quello che succede quando un evento della nostra vita ci colpisce così tanto da condizionarci.
Ho voluto farti un esempio superficiale apposta, perché se soffriamo non dipende tanto da ciò che abbiamo vissuto, quanto dal fatto che ogni giorno riviviamo quell’emozione.
Secondo le neuroscienze la firma chimica di una emozione dura al massimo 90 secondi.
Questo vuol dire che se un’emozione dura di più è perché la stiamo trattenendo o ricreando.
Immagina le emozioni come un dispenser del sapone.
Quando le cose funzionano normalmente premi il pulsante e il dispenser lascia cadere la giusta quantità di sapone.
Ma quando le cose non vanno per il meglio, ecco che il sapone continua ad uscire… senza mai fermarsi.
Quando lavoriamo con l’ipnosi sugli eventi passati – utilizzando la tecnica della regressione ipnotica – è necessario mettere un tappo sul dispenser… fare in modo che la persona smette di alimentare quelle emozioni.
E l’unico modo per farlo è l’accettazione.
Che si usi l’ipnosi o meno, il passato non potrà mai essere cambiato.
Nessuna cosa che facciamo, diciamo o pensiamo può cambiare quell’evento.
Ma nel momento che accettiamo che è andata così, ecco che smette di farci del male.
Normalmente le persone pensano che quando un momento del passato smette di far soffrire è allora che siamo in grado di accettarlo.
E invece funziona esattamente al contrario.
Questa è una cosa importante da ricordare, sia quando parliamo di ipnosi, sia quando siamo soli con noi stessi, ad affrontare i nostri demoni.
Un ipnotista, infatti, non può limitarsi a portare la persona, ma deve anche guidarla ad elaborare l’accaduto.
2. Raccontarsi una nuova storia
Hai mai parlato con qualcuno che soffre a causa del tradimento della persona amata?
Quando ti racconta di ciò che gli è accaduto parla dei sospetti, magari di come ha indagato, di quello che ha scoperto e del modo in cui l’altro ha reagito.
Quello che è davvero interessante è che in molti casi, anche dopo anni e anni, puoi sentire quella stessa persona parlare di quella relazione partendo dai sospetti sino ad arrivare alla conferma del tradimento, esattamente come dopo la scoperta.
Ma se ci fai caso, manca molto a questa storia.
Prima del tradimento c’è stata una relazione, prima ancora c’è stata l’infatuazione e ancora prima il corteggiamento.
Dopo, invece, c’è stato un nuovo corteggiamento, una nuova infatuazione e una nuova relazione.
Eppure quando si racconta di un momento doloroso del passato è come avere un film con una sola scena, o con pochissime scene… e tutte decisamente brutte.
Una delle cose fondamentali quando si lavora con la regressione è aiutare il soggetto a raccontarsi una propria storia.
Fare in modo che a quella singola scena dolorosa se ne aggiungano altre, magari non così dolorose.
Questo per caso cambia il passato?
Certo che no… ma prova vedere mille volte nella tua mente un film che ha un’unica scena: quella di uno sbudellamento.
Penso che ti verrebbe da vomitare in fretta.
E pensa adesso ad un film normalissimo ma con all’interno una scena di sbudellamento.
Sarebbe decisamente molto più sopportabile, non credi?
Quando dobbiamo affrontare le sofferenze legate al passato, è necessario ricordare che ogni ricordo è come un racconto che la persona riporta alla mente.
Nel momento in cui, grazie all’ipnosi regressiva, “allarghiamo” questo racconto… ecco che il dolore può diminuire.
È come avere un bicchierino di veleno e mandarlo giù in un solo sorso.
Probabilmente moriresti in fretta.
Ma prova a diluire quel bicchierino in duecento litri d’acqua.
Se proprio ti andasse male, finiresti con un brutto mal di pancia.
Il che è decisamente un grande miglioramento rispetto al decesso, non credi?
3. Il perdono
Se puoi, inizia a pensare a quanta rabbia c’è nel passato.
Quanto rancore.
Quanta voglia di farla pagare a chi ha fatto del male.
Tutta questa spazzatura però alimenta il dolore.
La rabbia va bene, perché chiarisce quali sono i limiti.
La rabbia scaturisce quando qualcuno viola i nostri confini (fisici, emotivi, mentali), è un impulso a riportare le cose al proprio posto.
Ma quando dura troppo a lungo è corrosiva.
La rabbia ci riporta puntualmente in un punto del passato dove ormai non possiamo fare nulla.
L’unica funzione della rabbia è quella di riportare nel passato e farti mandare giù di nuovo quella sofferenza, senza che tu possa fare niente per cambiare le cose.
Per questo, quando vuoi aiutare qualcuno ad elaborare un evento del proprio passato con l’ipnosi regressiva, devi anche aiutarlo a perdonare.
Quando lavoro con la regressione, prima di portare la persona fuori dalla trance, gli offro delle suggestioni che lo aiutano a perdonare tutte le persone coinvolte nell’evento.
E’ un modo per recidere il legame.
Non si tratta di un atto caritatevole, ma egoistico.
La persona perdona perché vuole smettere di pensare al passato.
Perché decide di fregarsene delle persone che erano coinvolte… di lasciarle andare.
Questa manovra è ampiamente supportata dalle ultime ricerche sul cervello.
Infatti la neuroscienza applicata al perdono ci fornisce alcuni interessanti insights relativi a quello che succede nel cervello quando un individuo perdona.
Il processo del perdono coinvolge le regioni cerebrali relative all’empatia, al decision making, all’attenzione, alla memoria e alla cognizione sociale, rivelando la sua natura di processo complesso e integrato che in realtà potrebbe riorganizzare l’intera rete cerebrale coinvolta nella coesione sociale, nelle relazioni intime, nel benessere psicologico e nella salute globale.
Insomma, viene suggestionato il perdono per stimolare tutte quelle parti della mente coinvolte nell’elaborazione dell’evento.
Da qui: perdono egoistico.
Quando si parla di elaborazione di un passato doloroso, l’ipnosi è in grado di ottenere risultati in modo incredibilmente veloce.
E’ ciò che normalmente fanno le persone quando elaborano il passato, lasciandoselo definitivamente alle spalle.
Ma con l’ipnosi si può aiutare la persona a compiere questo lungo percorso col suo inconscio… il che vuol dire che non ci vorranno mesi o anni, ma semplicemente una manciata di sessioni.
Ti faccio una domanda: quando lavori con la regressione, hai mai rispettato contemporaneamente questi tre obiettivi?
In caso di risposta negativa, nella tua prossima sessioni prova ad integrarli… e poi se ti va raccontami quali sono stati i tuoi risultati.
E, come sempre nel mio stile, tutto è dettagliato con script e procedure.
Ti aspetto!