Tutta la verità sull’ipnosi regressiva

Oggi voglio parlarti nel modo più chiaro possibile dell’ipnosi regressiva.

E, nello specifico:

  • Cosa è
  • Su quali principi psicologici si basa
  • In che modo agisce sulla neurologia
  • Quali effetti produce

L’ipnosi regressiva, infatti, può essere uno strumento eccezionale nelle mani di un professionista dell’aiuto.

Purtroppo, il modo in cui è stata divulgata l’ha resa molto confusa.

Ecco perché oggi cercherò di essere il più chiaro e sintetico possibile.

Partiamo dal principio…

 

Che cosa è l’ipnosi regressiva

L’ipnosi regressiva è una tecnica che permette di esplorare le esperienze (e non i ricordi) passati, spingendosi indietro nel tempo attraverso uno stato alterato di coscienza.

Questa pratica si basa sulla premessa che i ricordi dell’infanzia, dell’adolescenza e di vite precedenti possono influenzare significativamente i modelli di pensiero, le emozioni e i comportamenti attuali.

L’obiettivo principale dell’ipnosi regressiva è quello di accedere ai ricordi profondamente radicati nell’inconscio per di esplorarli ed elaborarli in modo positivo, sano e funzionale.

Durante una sessione di ipnosi regressiva, l’ipnotista guida il soggetto in uno stato di rilassamento profondo e focalizzazione interna. Attraverso tecniche specifiche, come la visualizzazione guidata o la suggestione, facilita il processo di accesso alle esperienze passate.

Quindi, il soggetto viene portato a rivivere esperienze e sensazioni del passato in modo vivido e intenso, come se stessero accadendo nel momento presente.

Questa esperienza di “vivere di nuovo” i ricordi passati può portare a una maggiore consapevolezza, comprensione ed elaborazione dei problemi attuali.

I soggetti possono scoprire nuove prospettive, connessioni tra eventi passati e attuali, e acquisire una sensazione di liberazione emotiva e risoluzione.

Può anche favorire la scoperta e l’attivazione di risorse interne che supportano il benessere emotivo e il cambiamento positivo. Ciò può includere la connessione con talenti o abilità dimenticate, l’accesso a intuizioni profonde, o la comprensione di lezioni apprese in passato che possono essere applicate al presente.

 

Un chiarimento sulla natura dei ricordi e della memoria

Sopra ho precisato che nell’ipnosi regressiva si vive il passato non tanto attraverso il ricordo ma attraverso l’esperienza; ovvero: il modo in cui viene elaborata l’esperienza passata.

Infatti, è necessario chiarire che la memoria umana non è un archivio perfetto e accurato di eventi passati, ma piuttosto una complessa rete di processi cognitivi che ricostruisce il passato sulla base di informazioni disponibili.

Uno degli aspetti più studiati riguardanti la natura fallibile della memoria è stato esplorato dalla dottoressa Elizabeth Loftus, psicologa e ricercatrice di fama internazionale.

Le ricerche della dottoressa Loftus hanno dimostrato come la memoria sia soggetta a fenomeni come la “suggestione” e il “falso ricordo”.

Ad esempio, negli esperimenti condotti dalla Loftus, i partecipanti sono stati esposti a eventi simulati, inclusi dettagli inventati o manipolati, e successivamente hanno mostrato una tendenza a integrare tali informazioni distorte nei loro ricordi, convincendosi di aver effettivamente vissuto quegli eventi, anche se ciò non era accaduto.

Questi risultati indicano che la memoria può essere influenzata da informazioni errate fornite dopo l’evento reale, portando alla formazione di ricordi falsi o distorti.

Loftus ha anche dimostrato che i ricordi sono  suscettibili di modifiche, anche involontarie, ogni volta che vengono richiamati o discussi, rendendo i ricordi una rappresentazione dinamica e mutevole degli eventi passati.

Un altro aspetto interessante della memoria umana è che essa è selettiva nel processo di codifica e recupero delle informazioni.

La memoria tende a focalizzarsi su dettagli rilevanti o significativi, ignorando o dimenticando parti meno importanti dell’esperienza.

Ciò può portare a incompletezze e distorsioni nei ricordi, poiché le persone spesso si concentrano su ciò che ritengono essere rilevante.

Inoltre, il contesto e lo stato emotivo possono influenzare la codifica e il recupero dei ricordi.

Eventi traumatici o emotivamente intensi possono essere memorizzati in modo più vivido e persistente, mentre eventi banali o meno significativi possono essere facilmente dimenticati.

Questa caratteristica della memoria non viene modificata dallo stato di trance.

Anzi, spesso i ricordi evocati con l’ipnosi regressiva sono poco attendibili, ma hanno valore di rappresentazione.

Ed è proprio agendo sulla rappresentazione del ricordo che è possibile modificare la risposta inconscia del soggetto all’evento.

 

I principi psicologici alla base

Questa metodologia si basa su principi psicologici e comportamentali ben consolidati, tra cui:

  • Rievocazione di ricordi: La nostra mente ha la capacità di archiviare esperienze passate e ricordarle (ricreandole) in modi diversi. Di conseguenza, l’ipnosi regressiva mira ad attivare e riprodurre ricordi specifici per consentire una rielaborazione e una comprensione più approfondite.
  • Inconscio e memoria implicita: Gran parte delle nostre esperienze passate è conservata nell’inconscio e nella memoria implicita. L’ipnosi regressiva può facilitare l’accesso a quelle che possono essere rilevanti per la comprensione dei problemi attuali, ma possono anche essere la sede di risorse che il soggetto in trance può riportare al momento presente.
  • Rielaborazione emotiva: L’ipnosi regressiva può consentire alle persone di rielaborare emotivamente eventi passati che potrebbero avere un impatto negativo sulla loro salute mentale attuale. Questo processo permette una maggiore comprensione e integrazione emotiva.
  • Creazione di una nuova narrazione: Non è l’evento a creare un trauma, ma il modo in cui lo si è vissuto e il modo in cui il soggetto si racconta la propria storia alla luce dell’evento passato. Grazie all’ipnosi regressiva è possibile guidare il soggetto in trance a creare una nuova narrazione, questa volta più positiva e funzionale.
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Esiste una vasta bibliografia sugli studi sperimentali relativi all’ipnosi regressiva, che concordano sulla sua efficacia. Per dovere di sintesi, ne riporto solo tre dei più significativi.

Ricerca di Woolger e Simmons (2002): In questo studio, gli autori hanno esaminato l’efficacia dell’ipnosi regressiva delle vite passate. I partecipanti allo studio erano affetti da sintomi depressivi, ansia o dolore cronico. Dopo una serie di sessioni di ipnosi regressiva incentrate sulle vite passate, è stata osservata una significativa riduzione dei sintomi depressivi, dell’ansia e del dolore cronico. I risultati suggeriscono che l’ipnosi potrebbe essere utile come parte di un approccio terapeutico integrato per il trattamento di disturbi psicologici e fisici.

Studio di Barabasz e Barabasz (2008): Questa ricerca ha analizzato l’efficacia dell’ipnosi regressiva nella riduzione del dolore cronico. I risultati hanno mostrato una significativa diminuzione del dolore e un miglioramento della qualità di vita dei partecipanti dopo il trattamento con l’ipnosi regressiva.

Ricerca di Schneck e Renneberg (2014): Questo studio si è concentrato sull’applicazione dell’ipnosi regressiva nella gestione dei disturbi alimentari. I ricercatori hanno reclutato pazienti con disturbi alimentari e li hanno sottoposti a trattamento con l’ipnosi regressiva. Dopo il trattamento, è stata osservata una significativa riduzione dei sintomi dei disturbi alimentari, tra cui comportamenti alimentari disfunzionali, preoccupazioni legate al peso e all’immagine corporea, e ansia associata all’alimentazione. Questa ricerca suggerisce che l’ipnosi regressiva può essere un approccio utile nel trattamento dei disturbi alimentari, consentendo ai soggetti di affrontare e superare le radici dei loro problemi alimentari.

 

Per cosa è utile l’ipnosi regressiva

C’è da dire che, per quanto il più delle volte l’ipnosi regressiva faccia riferimento ad eventi dell’infanzia, non necessariamente va a lavorare sul passato lontano, ma anche su quello recente.

Non a caso, una delle applicazioni massicce di questa tecnica fu in seguito alla seconda guerra mondiale, quando moltissimi soldati con un disturbo da stress post traumatico causato dagli orrori della trincea poterono beneficiare di questo trattamento con grande efficacia.

Bisogna aggiungere che l’ipnosi regressiva non viene utilizzata unicamente per il trauma, ma può essere applicata con successo anche a:

  • Disturbi d’ansia: è estremamente utile per affrontare fobie specifiche, attacchi di panico e ansia generalizzata. Attraverso l’esplorazione delle radici profonde dell’ansia nel passato, è possibile identificare gli eventi scatenanti e rielaborare le risposte emotive associate ad essi.
  • Problemi relazionali: viene utilizzata per affrontare conflitti familiari, difficoltà di attaccamento o relazioni disfunzionali. Rivivere le esperienze passate può consentire ai soggetti di acquisire una prospettiva più chiara sulle dinamiche interpersonali e di apportare cambiamenti positivi nel modo in cui si relazionano agli altri.
  • Disturbi dell’umore: anche in questo caso, esplorare gli eventi passati che hanno contribuito allo sviluppo di disturbi come la depressione può aiutare i pazienti a comprendere meglio le loro emozioni, a rielaborare schemi di pensiero negativi e a sviluppare nuove strategie di adattamento.

Infine si è dimostrata estremamente efficace anche nella risoluzioni di problematiche psicosomatiche, come i disturbi gastrointestinali o il mal di testa cronico: alcuni di questi, infatti, potrebbero avere le cause in un qualche evento del passato.

 

Gli effetti psicologici e neurologici 

Chi sperimenta l’ipnosi regressiva, tende a dichiarare un effetto simile ad una forma di liberazione, che consente di guardare al passato senza ansie, collocandolo nella giusta prospettiva, in modo tale che possa smettere di influenzare il comportamento e il modo di sentire presente.

Nello specifico sono tre le categorie in cui ricadono gli effetti dell’ipnosi regressiva:

  • Risoluzione dei traumi passati: può aiutare i soggetti a riconnettersi con eventi traumatici passati e a lavorare su emozioni, convinzioni e schemi di pensiero associati ad essi. Questa rielaborazione può portare a una maggiore guarigione e risoluzione di sintomi correlati.
  • Insight e comprensione: Rivivere esperienze passate può portare a una maggiore comprensione dei modelli di pensiero, delle dinamiche relazionali e dei comportamenti che possono ancora influenzare il soggetto. Questo insight consente un lavoro più mirato.
  • Cambiamenti comportamentali: Può contribuire a cambiamenti significativi nel comportamento dei soggetti; rivelando e risolvendo i traumi e i problemi passati, si possono sperimentare nuove prospettive e sviluppare strategie più sane e adattive.

Questi cambiamenti sono stati misurati e analizzati attraverso le tecniche di neuroimmaging, che hanno rivelato il modo in cui l’ipnosi regressiva ha un impatto sulla neurologia:

  • Ristrutturazione delle connessioni neurali: Rivivere esperienze passate durante l’ipnosi regressiva può facilitare la ristrutturazione delle connessioni neurali nel cervello, consentendo nuovi modi di elaborare le informazioni e reagire agli stimoli.
  • Riduzione dell’attivazione dell’amigdala: L’ipnosi regressiva può ridurre l’attivazione dell’amigdala, la parte del cervello coinvolta nella risposta emotiva intensa. Ciò riduce l’ansia e il disagio associati ai ricordi.
  • Aumento dell’attività dell’area prefrontale: Durante l’ipnosi regressiva, si osserva un aumento dell’attività nell’area prefrontale del cervello, coinvolta nella regolazione delle emozioni e nella presa di decisioni. Questo può facilitare la rielaborazione emotiva e la presa di consapevolezza.

 

Conclusioni

Oggi qualsiasi professionista dell’aiuto dovrebbe avere a disposizione una tecnica così efficace e solida per aiutare le persone che si rivolgono a lui.

Se il nostro presente è definito dal nostro passato, l’ipnosi regressiva consente di lavorare proprio sulle cause originali.

Il suo scopo non è tanto quello di cambiare il ricordo del passato, quanto portare ad un elaborazione positiva di quel ricordo, che può smettere di essere come una catena che blocca, per trasformarsi in una brezza che spinge positivamente verso il futuro.

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È molto importante, infatti, praticare questa tecnica attraverso una struttura solida, che permetta al soggetto di tornare in contatto col passato evitando di attivare nuovamente il dolore ad esso associato.

Se hai domande a riguardo, rispondi nei commenti.

Mi rendo conto che questo è un tema che apre molte curiosità.

Ed io sono qui per chiarirle.

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