Guida all’ipnosi rapida (ipnotizzare in meno di un minuto)

Oggi parliamo di ipnosi rapida, ovvero un ipnosi che si svolge in meno di un minuto. Nei vari capitoli di questa guida ti offrirò tutti i principi e le strategie necessarie per poter eseguire una manovra del genere.

In realtà, si tratta di un qualcosa di estremamente facile o di estremamente difficile, a seconda del tuo grado di competenza nel campo dell’ipnosi.

In quasi venti anni tra pratica e insegnamento sono arrivato alla conclusione che l’ipnosi rapida è alla portata di chiunque, purché abbia sviluppato almeno una discreta maestria con l’ipnosi classica.

E per discreta maestria intendo che abbia eseguito tra le cinquanta e le cento ipnosi con altrettanti soggetti diversi.

Se ti sembra un numero eccessivamente alto, ho una brutta notizia da darti, il tuo approccio a questa materia non è ancora serio e motivato e te lo dimostro con delle analogie.

     

      • Immagina un barbiere che di fronte all’eventualità di utilizzare una tecnica avanzata di taglio pensa che cinquanta/cento tagli siano troppi;

      • Immagina uno psicologo che crede che cinquanta pazienti siano troppi da raggiungere;

      • Immagina un chirurgo che crede che raggiungere il numero di cinquanta operazione sia troppo elevato per lui.

      • Immagina un pizzaiolo che pensa che fare cinquanta pizze sia eccessivo.

    Cosa penseresti di queste persone?

    Probabilmente che non sono per niente professionali e che il loro approccio al lavoro sia quanto di più distante ad un modo di fare serio e motivato. Dico bene?

    Nel caso avessi comunque questo blocco mentale, hai due strade davanti a te:

       

        • Continuare a leggere la guida, sapendo che nella pratica andrai incontro a molte frustrazioni e metterai in pericolo le persone con cui sperimenti (questo punto è fondamentale e lo vedremo più avanti)

        • Cambiare mindset. Al momento non ho ancora scritto nulla a riguardo, ma quello che posso fare per te è inviarti ad iscriverti al mio gruppo privato su Facebook Imparare l’ipnosi e l’auto ipnosi. Si tratta del canale preferenziale per avere un rapporto diretto con me: infatti non solo potrai accedere a tantissimi video e articoli esclusivi (che non trovi né qui, né su YouTube) ma potrai pormi tutti i tuoi dubbi e le tue difficoltà per avere una risposta veloce da me. Ti basta cliccare qui!

      Ho scritto questa guida immaginando un lettore che abbia già una certa competenza nel campo dell’ipnosi. Ma non posso escludere che venga letta anche da principianti, così come sono consapevole che a volte anche i più avanzati avranno bisogno di rivedere dei concetti. Proprio per questo – e per rendere la lettura il quanto più agile e scorrevole possibile – ho disseminato vari link ogni volta che affronto un concetto che potrebbe non essere chiaro a chiunque.

      Così facendo voglio darti la possibilità di approfondire tutto ciò che è necessario per avere una comprensione il quanto più completa dell’argomento.

      Prima di addentrarci nel dettaglio, voglio fornirti una veloce panoramica su quello che leggerai, così da orientarti al meglio nella lettura della guida:

      Le norme di sicurezza: prima di procedere con qualsiasi ipnosi è necessario tenere sotto controllo la sicurezza dell’ipnotizzato e la tua. In primo luogo devi sapere a quali rischi va incontro l’ipnotizzato e come evitarli. In secondo luogo devi ricordare che, se gli succede qualcosa, il responsabile sei tu, non solo dal punto di vista morale ma anche da quello legale.

      Il mindset per l’ipnosi rapida: in realtà potevo scrivere il mindset per l’ipnosi e basta, perché nella realtà dei fatti tra i due non ci sono differenze. Ciò che cambia è l’importanza: se in un ipnosi veloce (circa quattro minuti) o lenta (dai quattro minuti in su) può anche non essere sviluppato a livelli alti, nell’ipnosi rapida è fondamentale che sia perfettamente funzionante.

      Il processo di ipnosi rapida: molti inesperti credono che l’ipnosi rapida consista nell’utilizzo di tecniche di induzioni ninja, ma non è affatto così. Come in qualsiasi forma di ipnosi, l’induzione è solo una parte (e neppure la più importante) di un processo più articolato. Quindi te lo mostrerò nel dettaglio.

      I principi dell’induzione rapida: qui ci focalizzeremo sul come creare una induzione che funzioni quasi istantaneamente. Te lo dico subito, ti fornirò appena un esempio, perché nel momento in cui ti stai approcciando a questo tipo di ipnosi dovresti aver introiettato già quali sono i principi dell’ipnosi, quindi hai smesso di andare in giro a cercare induzioni, perché sei in grado di crearle da solo. Una volta, durante un corso a Tampei, uno dei miei mentori, Brian David Phillips, disse una cosa del genere prima di iniziare: “Io conosco infinite induzioni ipnotiche e non lo sto dicendo per dire, ne conosco sul serio infinite, perché le invento al momento. Se non siete anche voi a questo punto, vi troverete molto male nella vostra carriera di ipnotisti“. Ecco, forse lui è stato un po’ eccessivo, ma di certo il suo discorso si adatta alla perfezione all’ipnosi rapida.

      I principali errori compiuti durante l’ipnosi rapida: e ce ne sono davvero tanti e ognuno può inficiare completamente tutto il processo e rendere un tentativo successivo molto più complesso del precedente.

       

      Brian David Phillip, uno dei più grandi insegnanti di ipnosi rapida.

      Prima di continuare, è giusto che ti dica che se conosci poco l’ipnosi e magari non hai ancora ipnotizzato nessuno, molte delle cose che leggerai potresti non capirle. Nel caso fosse così, ti consiglio di non proseguire prima di aver letto Come ipnotizzare qualcuno (anche se non l’hai mai fatto), si tratta di un articolo sempre molto dettagliato, in cui ti accompagno a comprendere non solo come struttura un’induzione ipnotica, ma su quali principi si basa e come la puoi eseguire in sicurezza. Per accedere, devi semplicemente cliccare qui!

       

      Adesso entriamo immediatamente nel vivo della faccenda!

      Le norme di sicurezza

      So che a molti lettori questo aspetto interessa poco e vorrebbe subito andare al sodo ma, così come anche solo per servire un caffè al bar è necessario conoscere e rispettare le norme di igiene, la stessa cosa vale (se non di più) per l’ipnosi.

      Quando ipnotizziamo qualcuno siamo responsabili tanto della sua sicurezza fisica, che della sua sicurezza mentale. Abbiamo il preciso dovere di prenderci cura di lui: in quel momento si sta affidando a noi, sta riponendo la sua fiducia nei nostri confronti, il minimo che possiamo fare è essere degni di quella fiducia.

      Quindi, iniziamo a vedere nel dettaglio le norme di sicurezza per occuparci del benessere fisico dell’ipnotizzato:

         

          • Assicurati che tu possa sorreggerlo nel momento in cui dovesse cadere: durante i corsi dal vivo mostro fisicamente come sorreggere persone molto pesanti anche se non siamo proprio dei Mr. Olympia. Attraverso questa guida mi è impossibile farlo, di conseguenza mi affido al tuo buon senso per comprendere (quando il soggetto che stai ipnotizzando è in piedi) se sei in grado di sorreggerlo. Ricorda che, a seconda del tipo di induzione che utilizzi e del tipo di reazioni che avrà, potrà: 1) cadere in avanti, 2) cadere all’indietro, 3) afflosciarsi completamente al suolo, perché le gambe gli diventeranno molli e non saranno in grado di sorreggerlo. Per dovere di completezza, devo dirti che è possibile eseguire delle induzioni rapide con la certezza che le gambe reggano e il soggetto non perda l’equilibro, ma questo sarà l’argomento per un’altra occasione: non voglio mettere troppa carne a cuocere e non voglio che ti perdi in mezzo a troppe informazioni. In ogni caso, se proprio non ce la facessi a sorreggere la persona e volessi comunque ipnotizzarla, assicurati di avere un assistente che ti dia una mano.

          • Controlla che non si faccia male durante la caduta: abbiamo visto che devi essere in grado di sorreggere il soggetto in trance, ma devi anche accompagnarlo durante la caduta. Quindi, devi assicurarti che non ci sia nulla contro cui possa andare a sbattere. Ti chiedo di fare un’attenzione particolare nel caso tu lo portassi ad accasciarsi su un divano o una poltrona, specialmente se questi è appoggiato ad una parete: se lo schienale non è abbastanza alto, c’è il rischio che durante la caduta vada a sbattere con la testa contro il muro. E tu non vuoi assolutamente che accade una cosa del genere.

          • Assicurati che nessuno possa intervenire durante l’intero processo: tendenzialmente l’ipnosi rapida è un tipo di ipnosi che viene utilizzata, proprio per la sua velocità, come dimostrazione o intrattenimento. Quindi, se ad esempio stai ipnotizzando in strada, in un locale o anche semplicemente ad una festa tra amici, è possibile che i presenti, vedendo quello che succede, intervengano. Potrebbero correre in suo soccorso perché temono sia svenuto, potrebbero alzare la voce preoccupati, se non addirittura toccarlo per vedere se sta bene: non devi permettere che accada. Il motivo è molto semplice: in quel momento il soggetto è estremamente suggestionabile, e qualunque stimolo che abbia a che fare col concetto di pericolo potrebbe facilmente entrare nel suo inconscio, generando in lui un’esperienza ipnotica nella quale si percepisce proprio in pericolo. Il che non solo potrebbe farlo stare male ma, in casi estremi, anche rievocare in lui traumi passati. In più, in seguito ad un’esperienza del genere potrebbe sviluppare una resistenza all’ipnosi. Di conseguenza, assicurati che cose del genere non possano accadere. Anche in questo caso, ti consiglio si affidarti ad un assistente che si preoccupi di eventuali intrusioni, mentre tu sei concentrato unicamente sull’ipnotizzato.

          • Nel caso in cui stesse seduto assicurati che non scivoli a terra: valgono le regole del primo punto. In questo caso c’è da fare meno attenzione. Se è seduto su una poltrona o un divano, non dovrebbero esserci molti rischi, nel caso fosse su una sedia allora potrebbe insorgere qualche problema in più.

          • Nel caso in cui fosse una donna assicurati che non si senta molestata: questo è un argomento molto delicato, specialmente da quando l’ipnosi è stata associata a laidi stratagemmi per abusare del gentil sesso. Quindi, per evitare ogni tipo di problema, ti consiglio di non ipnotizzare mai una donna che indossa una gonna: cadendo c’è il rischio che si sollevi, il che potrebbe farla sentire in imbarazzato; potrebbe sentirsi minacciata o molestata. Il che – forse è superfluo dirlo – può farle vivere una pessima esperienza ipnotica, se non addirittura un’esperienza traumatica. Nel caso in cui le si dovesse sollevare la maglia, (se sei un uomo) chiedi ad una sua amica di aggiustarla abbassandola, a meno che tu non abbia creato con lei un tale livello di rapport e fiducia da far percepire quel genere di contatto come qualcosa di protettivo e paterno.

        Questi principi per la sicurezza sono molto facili da gestire, è necessario semplicemente l’attenzione sufficiente per ricordarli e avere il giusto rispetto nei confronti della persona che stai ipnotizzando.

        Il discorso si fa un po’ diverso per quel che riguarda le norme di sicurezza mentali, per le quali ci vuole più sensibilità e una sufficiente maestria. Per onestà devo dirti che questi concetti li ho già ampiamente trattati nel mio libro Manuale pratico di Ipnosi dedicandoci un intero capitolo. 

        Ma torniamo a noi, e focalizziamoci su quali sono le norme di sicurezza dal punto di vista mentale:

           

            • Non ipnotizzare nessuno sia affetto da qualche patologia psicologica: se non sei autorizzato per percorso di studi e ordine professionale, non devi mai ipnotizzare questo genere di soggetti. Ma nel caso fossi autorizzato, non usare mai con loro l’ipnosi rapida perché non sai come potrebbero reagire e non avresti il tempo necessario per correggere la manovra e correre ai ripari.

            • Non ipnotizzare cardiopatici, donne incinte, asmatici, epilettici e diabetici: i casi sono molto rari, ma in linea generale l’ipnosi potrebbe indurre in loro una reazione che provoca l’insorgenza di eventuali patologie (non entro nei dettagli per dovere di brevità, quindi solo per questa volta limitati a fidarti di me): ad esempio, il cardiopatico potrebbe avere un’aritmia, l’asmatico una crisi respiratoria e il diabetico una riduzione di zucchero nel sangue. Questi problemi possono essere tranquillamente evitati da un ipnotista avanzato nel caso di una ipnosi classica, ma anche lui potrebbe trovarsi in difficoltà quando i tempi si fanno così stretti. Casi di questo genere possono andare bene solo per un ipnotista esperto, per quanto anche lui deve evitare epilettici (a meno che non sappia esattamente cosa fare nel caso il soggetto abbia una crisi epilettica mentre è in trance).

            • Ipnotizza solo persone in grado di comprendere bene la tua lingua: quando una persona va velocemente in trance, deve essere guidata in modo serrato dall’ipnotista, altrimenti corre il rischio di perdersi in quello stato mentale. Di conseguenza deve essere in grado di capire la tua lingua e tu devi essere in grado di parlare il suo linguaggio. Ti faccio subito un esempio pratico e anche divertente: circa tre mesi fa ero con quattro studenti a fare pratica di ipnosi di strada. Erano due neurologi, uno psicologo e uno psicoterapeuta: te lo dico perché potrebbe sembrarti strano che dei professionisti si dedichino a queste pratiche che sono più da spettacolo. Il motivo è molto semplice: un ipnotista è davvero eccellente quando ipnotizza per strada. In studio è semplice, paradossalmente lo è anche sul palcoscenico (perché ci sono delle regole implicite che le persone accettano quando salgono), mentre per strada non esistono regole, c’è il caos: distrazioni, rumori, imprevisti e intromissioni. Per questo sposo la provocazione di Igor Ledochowski, che oltre ad essere uno dei mentori a cui sono maggiormente legato è ad oggi uno dei più grandi esperti di ipnosi conversazionale al mondo: puoi definirti un ipnotista esperto ed efficace solo se sai ipnotizzare in strada, anche se questo non è per niente il tuo lavoro. Ma torniamo a noi: ero con questi quattro studenti, quando fermiamo un gruppo di ragazzi fuori ad un locale, ci proponiamo di ipnotizzarli e la prima a farsi avanti è una ragazza di circa venticinque anni. Entra in scena uno dei due neurologi ed esegue tutto alla perfezione, eppure la ragazza resta perplessa e senza accennare neppure un segnale di trance, dice in un dialetto strettissimo: “Ma che vuole questo? Io non lo capisco, parla troppo italiano“. Tutti e cinque siamo scoppiati a ridere, un po’ per la scena in sé, un po’ perché si era trattato di un errore davvero da principiante. Ti racconto questo aneddoto per farti comprendere che è indispensabile che ti faccia comprendere dalle persone che vuoi ipnotizzare. E questo vale anche nel caso in cui volessi usare delle induzioni non verbali, perché quando sarà il momento di dare le suggestioni ti toccherà comunque usare le parole, e se il soggetto non ti capisce potrebbe risvegliarsi oppure vivere un’esperienza ipnotica poco gradevole.

            • Non ipnotizzare ubriachi o drogati: in linea generale non dovresti ipnotizzare tossicodipendenti, alcolizzati o persone sotto gli effetti degli psicofarmaci (sono già sotto il controllo ipnotico delle rispettive sostanze). Per quel che riguarda l’ipnosi rapida, devi seguire il principio di focalizzarti solo su chi è mentalmente lucido. Altrimenti durante l’ipnosi devi non solo bypassare la sua mente cosciente, ma anche il filtro posto dallo stato alterato di coscienza che stanno sperimentando. Questo filtro è imprevedibile, quindi, se anche esegui tutto alla perfezione la persona potrebbe comunque avere un attacco di panico oppure avere un’abreazione. Progredendo con la tua abilità potrai anche ipnotizzare persone appena brille. In più ricorda che specialmente chi ha bevuto molto potrebbe avere anche delle reazioni violente (e ti parlo perché negli errori fatti durante il mio percorso non mi sono fatto mancare neppure questo – e se non fossi stato in compagnia mi sarei preso un bel mazziatone).

            • Stai attento alle parole che pronunci: in ipnosi tutto ciò che dici viene evocato nella mente inconscia del soggetto. Quindi se dici “mi raccomando non ti preoccupare” gli farai pensare alla preoccupazione (ricorda sempre che la mente non computa il “non“). Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad una delle norme base dell’ipnosi, ma assume un’importanza maggiore quando i tempi sono così brevi, e le tue possibilità di reazione e di correzione sono molto ridotte. Parole come paura, tensione, dolore o qualsiasi altra evochi uno stato negativo, creano una reazione psicologica e fisiologica nel soggetto: anche in questo caso il rischio è quello di fargli vivere un’esperienza negativa e sottoporlo al rischio di abreazione.

          Forse in questo momento stai pensando qualcosa del tempo “Umberto, quindi prima di ipnotizzare devo imparare a memoria tutte queste cose e ricordarle sempre?

          Ebbene sì, e se proprio tutto il discorso sulla responsabilità non fa presa su di te, oppure non te ne frega un accidenti, faresti comunque bene a rispettare questi punti per mero egoismo: se combini un casino sarai tu a pagare e ti posso assicurare che questi danni possono costarti davvero cari.

           

          So che forse ti ho stressato un po’ con le norme di sicurezza, ma sono certo che capisci perfettamente il motivo per cui l’ho fatto.

          Il mindset per l’ipnosi rapida

          La mentalità con cui approcci all’ipnosi è così importante da poter correggere anche i più grossolani errori di tecnica.

          Se hai mai partecipato ad un mio corso oppure hai già letto il Manuale pratico di ipnosi, saprai molto bene quanto sono attento e meticoloso nei confronti della tecnica.

          Questo perché un ipnotista alle prime armi difficilmente possiede già il mindset adatto, e la precisione tecnica è il modo migliore per fargli avere risultati positivi, quindi innescare il meccanismo per generare la mentalità migliore.

          Nel caso dell’ipnosi rapida, però, il mindset è imprescindibile, perché le operazioni che vai a compiere sono così rapide che la persona che hai di fronte non ha abbastanza tempo per essere convinto, di conseguenza gran parte del lavoro lo svolgi proprio attraverso la subcomunicazione del tuo mindset. Si tratta di una comunicazione più sottile e meno facile da controllare, che passa attraverso il tono di voce, la postura, l’espressione del viso e l’energia che comunichi. Insomma, se non l’hai ancora sviluppato è molto difficile da imitare e l’unico modo per svilupparlo è attraverso la pratica.

          Nel caso in cui tu non avessi pratica sufficiente o comunque hai bisogno di migliorare sotto questo aspetto, ti elenco tutti gli elementi di questo mindset, di modo che possa prenderli in considerazione e lavorare singolarmente su ognuno di essi.

             

              • Devi avere il controllo della relazione sociale: devi essere capace di riconoscere che tipo di relazione stai instaurando con il soggetto ipnotizzato e con l’ambiente circostante. Nel primo caso non credo ci sia bisogno di aggiungere altro, per quel che riguarda l’ambiente le cose saranno diverse in base al fatto che tu possa trovarti nel tuo studio, ad una festa, in un locale o su di un palcoscenico. In tutte queste occasioni devi essere in grado di leggere il clima sociale, tenerlo sotto controllo e mostrarti come soggetto dominante.

              • Devi essere a tuo agio e sotto controllo: non puoi avere paura, non puoi mostrarti timido, né lasciar trapelare il fatto che temi di non riuscirci. La pressione verso di te è alta: c’è chi si aspetterà da te cose meravigliose e chi non vede l’ora che sbagli per prenderti in giro. Quindi non solo devi essere a tua agio e in pieno controllo quando ipnotizzi, ma anche nel caso in cui non dovessi riuscirci (solo se mantieni il controllo puoi mostrarti credibile e tentare un nuovo approccio oppure spostarti su un soggetto diverso).

              • Devi essere simpatico: quando parlo di simpatia mi riferisco al fatto che le persone con cui ti stai proponendo come ipnotista ti devono trovare piacevole, devono sentirsi a loro agio con te, incuriositi e aver voglia di stare in tua compagnia. Nessuno si farà ipnotizzare mai da qualcuno che trova antipatico e, in caso contrario, alzerà il maggior numero di barriere possibile consapevolmente.

              • Devi ricordare che tu sei l’ipnotista: anzi, L’IPNOTISTA, con tutte le lettere maiuscole. Non si tratta di arroganza, ma se vuoi ipnotizzare in un lampo qualcuno devi essere certo di quello che stai facendo, che puoi farlo e che lo farai. Se tu sei il primo a non credere in te stesso, lo subcomunicherai e stai certo che le persone con cui stai interagendo si relazioneranno a te di conseguenza.

              • Devi essere fluido: nei primi punti ho affermato che devi essere in controllo e dominante, adesso ciò che ti dico ti sembrerà completamente in contraddizione, perché devi anche essere fluido. Ovvero in grado di adattarti alla situazione e al soggetto che hai di fronte. Ovviamente la contraddizione è solo apparente: il punto è che tu non potrai mai avere tutto sotto controllo, proprio per questo dovrai essere capace di adattarti alla situazione. Ad esempio, durante il processo ipnotico potrebbe capitarti che chiedi al soggetto di fare qualcosa e lui non lo fa. Oppure potresti chiedergli di guardarti negli occhi e, dopo pochi secondi passati a fissarti, scoppia a ridere. Insomma, non puoi prevedere questo genere di reazioni. Potrei farti un elenco di tutti gli imprevisti che ho accumulato sul campo e sul modo in cui puoi gestirli, ma questa guida sarebbe lunga il doppio. In più ti farei più che altro un danno, perché finiresti per avere delle regole rigide, limitando sia la tua capacità di adattarti che la tua creatività. Quindi, di nuovo mi tocca farti una doccia di brutalità: le prime volte avrai difficoltà a superare gli imprevisti, ma perseverando e adattandoti svilupperai il tuo personale modo di improvvisare ed essere fluido in ogni situazione. C’è una cosa che dico ai miei studenti e che, per loro stessa ammissione, li ha aiutati nei momenti più difficili dell’apprendimento, e che voglio condividere pure con te: “Il bravo ipnotista è quello che accetta tranquillamente di fare 100 figure di merda. Ovvero: si da come obiettivo preciso proprio quello di fare 100 figure di merda“. Quando capisci che sono parte del processo di apprendimento, sarà più facile lasciarti andare e abbandonerai un bel po’ dei tuoi timori.

            Prima o poi creerò un audio corso specifico su questo argomento (magari con le induzioni ipnotiche che utilizzo sui miei studenti privati), prima di allora però dovrai darci tu di olio di gomito.

            Per sviluppare questo mindset il mio consiglio principale è quello di scaricare il mio libro Scatena il potere della tua mente con l’ipnosi. So che in questo momento potresti pensare che sto solo facendo una marchetta, ma mi permetto di consigliartelo per tre motivi:

                • ha un costo irrisorio, quindi se anche lo compri di certo non diventerai più povero ed io non diventerò per niente ricco, tuttalpiù ti sarò grato per avermi offerto un caffè al bar.

                • contiene le basi del mio metodo di ipnocoaching: che consiste nel allenare la tua mente ad avere prestazioni eccezionali e programmare il tuo cervello a realizzare gli obiettivi a livello inconscio (se sei uno psicologo, un coach o un counselor questo materiale è ancora più prezioso, perché potrai utilizzarlo anche con i tuoi pazienti e i tuoi clienti).

                • acquistandolo ricevi anche due audio di ipnosi scritti e registrati da me: si tratta di elaborate matrici di suggestioni (molto diverse da quelle sempre mie che trovi su YouTube), sperimentate con successo già con le persone con cui lavoro privatamente.

              In modo più che fraterno, ti consiglio di leggerlo il prima possibile e applicare il metodo che ti mostro per migliorare proprio negli aspetti che abbiamo appena visto. Per farlo devi semplicemente cliccare qui.

              Ricorda questo: la tecnica è fondamentale ma un buon atteggiamento compensa una tecnica imprecisa e corregge tutti quegli errori che ogni ipnotista per forza di cose si ritrova a fare (tanto di più se si tratta di un principiante o anche di un avanzato).

              Se hai già una buona tecnica, lavora sul mindset e ottenerai risultati eccezionali con l’ipnosi rapida.

               




              Il Processo di Ipnosi Rapida

              Siamo arrivati al cuore della guida.

              L’errore più comune che si fa quando si parla di ipnosi (e ancora di più con l’ipnosi rapida) consiste nel focalizzarsi sull’induzione, quando quest’ultima è solo uno dei tasselli (e nemmeno il più importante) di un processo più ampio.

              Purtroppo, tra i video che ho registrato non ne ho neppure uno che posso utilizzare come esempio per mostrarti l’intero processo (in compenso nella paragrafo dedicato alle induzioni te ne posso far vedere ben quattro). Di conseguenza cercherò di essere il più preciso possibile ma da parte tua ho bisogno di uno sforzo di immaginazione per visualizzare ciò che sto per descriverti.

              Un’ultima nota importante: il processo che sto per mostrarti non è l’unico e il solo, ma quello che dal mio punto di vista si adatta meglio ad un ipnotista che vuole imparare l’ipnosi rapida. In fondo potrei ridurre questa parte così: hai presente i principi che metti in atto quando ipnotizzi qualcuno? Bene, devi usare sempre quelli ma più velocemente. Certo, se ti dicessi una cosa del genere ti sentiresti quanto meno preso in giro, e con tutte le ragioni del mondo.

              Questo è anche il motivo per cui non ho video dimostrativi sull’argomento, per quanto usi esattamente i principi e le fasi che sto per descriverti, raramente seguo uno schema rigido e spesso tendo a sovrapporre più manovre contemporaneamente, di conseguenza nel mostrarteli in questo contesto rischierei solo di confonderti le idee, senza fari comprendere nulla.

              Ma torniamo al processo.

              Partiamo dal principio: ogni ipnosi si basa su attenzione e immaginazione. Ovvero: si attira l’attenzione del soggetto e la si sposta per creare una realtà immaginifica, questo spesso sin dall’induzione. Ti basti pensare a tutte quelle induzioni che cominciano proprio col chiedere al soggetto di immaginare qualcosa.

              La sequenza è proprio questa: prima si cattura l’attenzione e poi si guida l’immaginazione.

              Nell’ipnosi rapida succede la stessa cosa, ma più velocemente e ciclicamente.

              Mi rendo conto che al momento non è chiaro ed è più che normale, ma è importante che tu abbia in mente questi due principi, perché una volta descritto il processo ti sarà perfettamente chiaro quello che voglio intendere.

              Quindi, vediamo velocemente le fasi del processo:

                  • Rapport

                  • Pretalk

                  • Induzione istantanea

                  • Approfondire la trance

                  • Suggestioni

                  • Riemersione

                In questa guida ci limiteremo ad analizzare il processo sino all’induzione, dato che i passaggi suggestivi sono esattamente gli stessi di una normale ipnosi, eseguiti con un ritmo più sostenuto rispetto al solito e coerente con lo stile che hai adattotato sino a quel momento.

                Quindi diamo il via all’analisi approfondita…

                 

                Rapport

                Come ogni ipnosi anche nell’ipnosi rapida, il rapport è fondamentale ed è il primo passo. Non mi dilungo su questo punto perché mi aspetto che tu sappia già di cosa sto parlando, visto che si tratta di una tecnica (ma potremmo definirlo più che altro un atteggiamento) sulla quale si basa quasi tutta l’ipnosi moderna. Insomma, do per scontato che se stai leggendo una guida sull’ipnosi rapida, tu sappia alla perfezione ciò a cui mi sto riferendo.

                Se non fosse così, ti consiglio di fare una ricerca su internet. Oppure puoi leggere un qualsiasi libro di Programmazione Neuro Linguistica che affronta questo argomento.

                Perdonami, ma devo essere duro: se non sai cosa è il rapport, questa guida non è per te. Torna a leggerla quando avrai maggiore dimestichezza. Il contrario è come volere iniziare il tuo primo giorno di palestra sollevando cento chili: sarebbe bello ma sappiamo entrambi che non è possibile.

                Personalmente non sono uno di quegli insegnanti che ti prende in giro e pur di fare iscritti ti promette di diventare il re dell’ipnosi con tre giorni di corso. Oltretutto mai come in questo momento, non ho corsi rivolti al pubblico in calendario, e sono così preso dagli studenti privati e dai corsi specializzati da non avere la più pallida idea di quando avrò il tempo per dedicarmici di nuovo.

                Certo, sono uno di quelli che ti assicura che puoi ottenere risultati sorprendenti, ma solo se sei disposto a farti un cuore così (e dico cuore non solo per non essere censurato, ma perché ci vuole tanta fatica quanta passione).

                Tornando a noi, forse sarà superfluo dire che nel caso di un ipnosi rapida puoi procedere in due modi diversi:

                  1. Prendendoti tutto il tempo che ti occorre per creare rapport. Non c’è nulla di male, anzi, se ti ritrovi a dover praticare per la prima volta una ipnosi rapida, è la strada migliore. Non guardare l’orologio, tanto non c’è nessuno che ti correre dietro, fai tutto ciò che ti occorre per essere sicuro di aver creato un buon rapport e poi procedi alla fase successiva.
                  2. Impegnandoti a creare rapport velocemente. Quando parlo di creare rapport velocemente, vuol dire che ci devi mettere un minuto. So che se sei alle prime armi può sembrarti impossibile, ma se dopo le prime prove di ipnosi rapida ti senti sicuro, inizia a diminuire i tempi del rapport, in questo modo non solo acquisirai una maggiore sicurezza, ma svolgendo il rapport velocemente inizierai ad incalzare il soggetto che vuoi mandare in trance, che avrà meno tempo per classificarti e per attivare il suo fattore critico.

                  Ovviamente non voglio limitarmi a dirti questo, ma voglio anche condividere con te una tecnica che sino a poco fa conoscevano solo i miei corsisti. Si tratta di una tecnica “mentale”, che ti consente di entrare velocemente in uno stato d’animo che ti aiuta a creare rapport molto più velocemente. Ne parlo approfonditamente in un video che puoi trovare a questo link, e a cui puoi accedere solo se sei iscritto al gruppo Facebook gratuito Imparare l’ipnosi e l’auto ipnosi.

                  Se ancora non sei iscritto – ed ora forse capisci perché insisto tanto affinché tu lo faccia – iscriviti subito e dacci un’occhiata, perché si tratta una tecnica che non solo può farti fare progressi da gigante come ipnotista, ma può migliorare esponenzialmente il tuo livello di carisma in tutte le tue relazioni.

                  A questo punto non vado oltre, anche perché dopo aver visto il video di venti minuti che ti ho appena proposto avrai a disposizione una nuova arma nel tuo arsenale di ipnosi che ti farà fare una grande differenza.

                   

                  Lo scopo finale del rapport è quello di creare nel subcomunicare al tuo interlocutore che sei una persona degna di fiducia, creando in lui un senso di fiducia. Così facendo si lascerà guidare. E questo perché nessuno seguirebbe mai qualcuno di cui non si fida.

                   

                  Pretalk

                  Nel caso dell’ipnosi rapida il pretalk fa circa in 50% del lavoro.

                  Gran parte del tuo lavoro di suggestione viene svolto durante il pretalk: infatti, in questa fase devi:

                      • Presentarti come l’IPNOTISTA

                      • Creare l’aspettativa che di lì a poco accadrà qualcosa di incredibile

                      • Mostrarti sicuro di te, in perfetto controllo e dominante

                      • Affascinare la persona che hai di fronte

                      • Polarizzare l’attenzione

                      • Rassicurarlo sul fatto che non gli accadrà nulla di male

                    Messo in questi termini può sembrare complesso, ma può essere svolto anche molto velocemente. Voglio offrirti un esempio pratico:

                    Voglio mostrarti esattamente quel tipo di ipnosi che normalmente quando le persone la vedono in televisione pensano che non sia vera. E, in effetti, in certi casi non è reale, ma quella che ti mostrerò tra poco lo è… e sarai tu stesso a confermarmelo.

                    Ti va di provare?

                    (Aspetta la risposta positiva)

                    Perfetto.

                    Adesso devi sapere che ho fatto questa cosa un migliaio di volte e se segui bene le mie istruzioni ti sorprenderai di quello che può accadere.

                    Si tratta di un processo sicuro e piacevole… (con tono ironico) a proposito, mica hai qualche disturbo cardiaco?

                    (Aspetta la risposta negativa)

                    Fantastico, così almeno per oggi nessuno ci rimetterà le penne.

                    Tranquillo, sto scherzando, nessuno ci è rimasto secco.

                    O almeno per quel che riguarda le autorità giudiziarie nessuno ci è rimasto secco.

                    Dicevamo, sei pronto ad iniziare?

                    Mi raccomando, prendi questo script unicamente come un esempio, perché mi serve solo a titolo esemplificativo. Infatti si tratta di uno scritp molto breve, che probabilmente se sei all’inizio non funzionerà per te, proprio per l’assenza del mindset appropriato. Ma ci è utile per capire dei passaggi importanti e che devi comprendere per creare il tuo pretalk.

                    Nella prima parte creo nel soggetto l’immagine mentale tipica dell’ipnosi da palcoscenico, in cui si vede una persona cadere tra le braccia dell’ipnotista. Lo scopo è riattivare nella sua mente tutte le esperienze (seppur indirette, poiché viste in televisione) riguardanti l’ipnosi. In questo modo gli sto dando un protocollo da seguire, gli sto implicitamente dicendo quello che accadrà, ovvero: io dirò e faro delle cose e poi lui andrà in ipnosi.

                    Non sottovalutare questa parte: è importante che il soggetto sappia esattamente cosa fare e cosa aspettarsi. In questo modo avrà a sua disposizione:

                        • Un’idea di riferimento del tipo di comportamento che deve adottare,

                        • Un’idea di massima di quello che si può aspettare da me, e

                        • Un bel po’ di curiosità mista a tensione perché, malgrado tutto, ancora non sa bene cosa accadrà di preciso.

                      Allo stesso tempo prevedo la sua possibile obiezione: molte delle persone che vedono l’ipnosi pensano che sia tutto organizzato. Così gli dico che spesso è davvero così, ma in certi casi no e sto per dimostrarglielo.

                      Quindi, prima accetto la sua obiezione (che può anche non avermi detto, ma noi sappiamo che si tratta di una perplessità che hanno la stragrande maggioranza delle persone), mantenendo in questo modo il rapport, poi gli dico che in certi casi è vera e sto per dimostrargliela.

                      In questo modo gli sto comunicando che:

                          • Ci sono ipnotisti finti

                          • Io sono un ipnotista reale

                          • E sto per dimostrarglielo

                        Ovvero: mi sto classificando come ipnotista, mi mostro sicuro di me e in controllo della situazione.

                        In seguito gli spiego che sarà un processo piacevole e scherzo su eventuali problemi cardiaci. Di nuovo ti ribadisco il concetto: se sei alle tue prime ipnosi rapide non farlo anche tu, questo è solo un esempio per mostrarti come si possono raggiungere tutti gli obiettivi del pretalk velocemente.

                        Il fatto di scherzare sui problemi di cuore (quando ovviamente il soggetto non ne ha) mi aiuta da un lato a rassicurarlo (se ci fosse davvero questo rischio non ci scherzerei su) dall’altro a creare un po’ di sana tensione.

                        Ma, allo stesso tempo fa qualcosa di molto più sottile: distoglie l’attenzione da tutto ciò che può riguardare la mente.

                        Ricorda sempre che le persone – specialmente quando non hanno una conoscenza reale dell’ipnosi – hanno un sacco di paure, derivanti da alcuni miti completamente irreali. A riguardo ho scritto un articolo proprio su come aiutare le persone a superare la paura dell’ipnosi, se ancora non l’hai letto dacci un’occhiata prima di proseguire con la lettura di questa guida. Come sempre lo trovi cliccando qui!

                        Questo punto è fondamentale: le paure, infatti, non sono solo una delle cause che porta il soggetto ad alzare delle barriere alla trance, ma sono dei veri e propri semi che rischiano di sbocciare sotto forma di un’esperienza ipnotica negativa, se non addirittura come abreazione.

                        L’esperienza ipnotica di un soggetto risulterà sempre il quanto più simile alle aspettativa che ha a riguardo. Se ha delle paure e tu non lo rassicuri (non solo a parole ma anche attraverso il tuo atteggiamento competente e risoluto) rischia di subire dei seri danni.

                        Adesso vediamo un ultimo elemento del pretalk che ti ho mostrato: le domande.

                        Le domande mi servono per renderlo partecipe alla conversazione, per mantenere viva la sua attenzione e per guidare la sua immaginazione costantemente dove voglio.

                        Ricordi quando poco sopra ti ho parlato dei principi di attenzione e immaginazione?

                        Se rileggi di nuovo il pretalk alla luce di questi principi, potrai notare come in modo molto serrato e veloce mantengo viva la sua attenzione, e guido l’immaginazione dove ritengo opportuno.

                        Immagino che adesso stia diventando sempre più semplice unire i puntini.

                        Un ultimo punto da prendere in considerazione: malgrado tutto questo, c’è sempre e comunque la possibilità che la persona che vuoi ipnotizzare ti crei delle resistenze. Di conseguenza sarà tuo compito riconoscerle e fare tutto ciò che è in tuo potere per aggirarle o, quantomeno, ridurle.

                        Di nuovo ti rimando ad un articolo in cui ti parlo delle nove resistenze all’ipnosi più diffuse e di cosa puoi fare per superarle. Anche in questo caso ti basta cliccare qui.

                        Alla luce di tutto ciò, puoi capire perché ti dico che il pretalk è così importante. C’è anche da dire che, se conosci l’ipnosi conversazionale, durante questa fase puoi già disseminare delle suggestioni, fare dei test per controllare quanto reagisce alle suggestioni e iniziare a indurre una trance da sveglio. La cosa interessante è che, così facendo, il tuo soggetto (e chiunque sta osservando) avrà l’impressione che tu stai solo parlando, quando in realtà ti stai prendendo tutto il tempo necessario per mandarlo in trance. Anche perché alla fine, chiunque non sia esperto della materia si focalizzerà unicamente sul momento dell’induzione.

                        A questo proposito devo confessarti che sono almeno tre anni che penso di scrivere un manuale dedicato unicamente al pretalk. Se ancora non l’ho fatto è perché nel mondo dell’ipnosi si bada troppo all’induzione e troppo a poco a tutto ciò che la rende possibile… ed è questo il motivo per cui poi piagnucolano dicendo: “Quel cattivone mi fa un sacco di resistenze e non vuole andare in trance“.

                        O, peggio ancora: “Quello è un soggetto incapace di andare in ipnosi“.

                        Mi spiace dirtelo, ma queste sono scuse, scuse messe in giro da ipnotisti che fanno più formazione che sessioni di ipnosi, e che usano per giustificare i loro fallimenti in aula e per non farti sentire un perfetto imbecille quando, dopo aver speso migliaia di euro, non riesci ad ipnotizzare tutti come all’inizio ti avevano promesso.

                        A questo punto già immagino la tua domanda: “Umberto quindi mi stai dicendo che tu riesci ad ipnotizzare il 100% delle persone con cui ti relazioni?

                        Assolutamente no! Ma invece di sparare cavolate, ogni volta mi faccio un bel bagno di umiltà e mi domando in cosa ho sbagliato e dove devo migliorare.

                        Con questo non dico che non esistano soggetti completamente refrattari all’ipnosi, così come ci sono soggetti più resistenti. Ma spesso quella che viene chiamata resistenza è solo uno scusa per non essere stati in gradi di trovare la chiave giusta per aprire la porta dell’inconscio.

                        Ti dirò più, quando tengo dei corsi dove ho il tempo per permetterlo, spero sempre di poter trovare soggetti di questo tipo e per un motivo molto semplice: in questo modo posso mostrare ai miei studenti come gestirli.

                        Anche il più grande ipnotista del mondo troverà soggetti resistenti, ma ti assicuro che, invece di puntare il dito contro di loro, sfiderà sé stesso, la sua competenza e la sua creatività per trovare la chiave giusta.

                        E, bada bene, non ti sto dicendo che la troverà sicuramente, ma che questo è l’unico atteggiamento per migliorare.

                        Tornando al pretalk: prenditi il tempo necessario, ma ricorda sempre di tenere alta la sua attenzione e ricorda che sei tu l’ipnotista, quindi devi sempre sapere dove stai guidando i suoi pensieri, ovvero la sua immaginazione.

                        Infine ti chiedo una cortesia: se pensi che la mia idea di un manuale incentrato unicamente sul pretalk sia buona, contattami sul gruppo Imparare l’ipnosi e l’auto ipnosi, aiutandomi a capire quali possono essere per te i punti più importanti da prendere in considerazione. Si tratta di un argomento che tengo particolarmente a cuore e ti posso assicurare che dedicarci anche solo metà dell’attenzione che si dedica all’induzione, migliora di tantissimo la capacità di ipnotizzare.

                         

                        In breve: migliore è il pretalk, maggiori sono le possibilità che il soggetto si faccia guidare da te e vada in ipnosi rapidamente.

                         

                        Induzione istantanea

                        Dopo il pretalk, possiamo passare direttamente all’idunzione della trance attraverso una induzione istantanea. Nella sezione successiva ti esporrò tutti i principi per crearne una tua e ti fornirò un esempio che potrai utilizzare immediatamente.

                        In questo momento però voglio mettere in chiaro un punto fondamentale: in linea generale qualsiasi induzione può essere istantanea.

                        Un esempio che vale per tutti è l’ipnosi attraverso il pendolino e che mostro nel video corso allegato al Manuale pratico di ipnosi. Si tratta di una induzione che può durare un attimo così come minuti interi, quindi da cosa dipende la durata?

                        Da tutto ciò che abbiamo visto riguardo il mindset, il rapport e il pretalk.

                        Ecco perché all’inizio della guida ti ho detto che in realtà un ipnosi rapida funziona più o meno come un ipnosi classica, ma solo compiuta più velocemente.

                        Ovviamente a questo principio ci sono delle dovute eccezioni.

                        Facciamo un passo indietro.

                        Possiamo classificare le induzioni nei seguenti tipi:

                            • Per fissazione: sono quelle induzioni che partono dal far focalizzare l’attenzione del soggetto su un singolo punto (proprio come quella del pendolino).

                            • Per sovraccarico: sono quelle induzioni che si basano sul sovraccaricare la mente del soggetto sino a quando non si apre una finestra di trance che viene utilizzata per dare velocemente la suggestiono del “dormire“.

                            • Per shock: sono quelle induzioni nelle quali il soggetto viene confuso attraverso un’azione che esula dal contesto (ad esempio dire una frase qualsiasi ma mischiando l’ordine delle parole).

                            • Miste: sono quelle induzioni che fondono due o più principi delle tipologie appena viste.

                          Per darti un’idea pratica, condivido un video che non ha lo scopo di voler essere esaustivo, ma che ti mostra l’esecuzione di quattro induzioni.

                              • Il pendolino (induzione per fissazione)

                              • La stretta di mano (induzione per shock)

                              • Pressione e focus (induzione mista, con fissazione e shock)

                              • Fascinazione (induzione mista, con fissazione e shock)

                            Puoi guardare il video su YouTube, cliccando qui e ti consiglio di farlo adesso, prima di continuare con la lettura.

                            Come ti ho detto il mio scopo non è quello di essere esaustivo, ma offrirti un corrispettivo audio visivo di ciò di cui stiamo parlando. Anche perché mi rendo conto che, quando si parla di ipnosi, le parole scritte da sole non sono sempre in grado di trasferire tutti i particolari, specialmente quelli più rarefatti.

                            Le induzioni che ti ho mostrato sono dei classici e, almeno in un primo momento, ti consiglio di usare quelle o qualsiasi altra induzione che tu conosca (ma eseguita velocemente). In questo modo inizierai a fare pratica col concetto di velocità. Una volta impratichito, però, ti toccherà crearne tu una al momento a seconda della situazione in cui ti trovi.

                            Nel video che ti ho mostrato sono in un contesto protetto, quello del mio studio. Ma le carte in gioco sarebbero state completamente diverse se mi fossi trovato in strada, ad una festa, ad una conferenza oppure al pub.

                            Il mio consiglio è quello di evitare assolutamente le induzioni basate sul campo affermativo (possono anche essere usate velocemente, ma solo se hai un’alta competenza nel campo dell’ipnosi ericksoniana), di mettere da parte quelle sul sovraccarico se non sei ad un livello avanzato (il rischio è che nel voler confondere il soggetto ti confondi insieme a lui) per focalizzarti su quelle miste e quelle tramite shock.

                            Specialmente le ultime sono in assoluto le più rapide ma devi fare attenzione.

                            Se guardi di nuovo la classifica delle induzioni, noterai che le ho messe in un ordine preciso, ovvero quello del tempo della finestra di trance.

                            Ogni volta che usiamo una induzione la mente del soggetto si predispone ad andare in trance, questa predisposizione ha un margine molto ampio nelle prime (anche di una decina di secondi, quindi abbiamo tutto il tempo per chiedere alla persona di chiudere gli occhi e andare in trance), mentre diventa brevissimo nelle ultime (un paio di secondi).

                            Di conseguenza dovrai essere in grado di capire quando compaiono i segnali che ti dimostrano che il soggetto è pronto ad andare in trance e immediatamente dare la suggestione.

                            A questo punto ti sarà chiaro perché ti ho detto che per eseguire questo tipo di ipnosi è necessario avere una certa esperienza: devi tenere sotto controllo così tanti particolari con i quali devi avere un’esperienza tale da poterli notare velocemente.

                            Forse leggendo questa guida ti aspettavi di trovare una formula magica, una soluzione rapida per eseguire “la magia“. Purtroppo non funziona così e chi dice il contrario sta mirando solo al tuo portafogli e non gli frega assolutamente niente che tu possa imparare davvero.

                            Mi spiace essere io quello che ti butta fuori dal paese dei balocchi, ma qualcuno deve pur farlo: l’ipnosi è una disciplina seria e complessa. Se sei disposto a provare, a metterti in gioco, puoi ottenere gli stessi risultati che hai visto nel mio video, e anche in tempi relativamente brevi, ma non esiste nessuna scorciatoia che ti consenta di raggiungere questi obiettivi senza una pratica scalare.

                            E di fondo non ho nessuna convenienza a dirti il contrario: potevo scrivere una mezza paginetta di fuffa e dirti che per imparare una cosa del genere dovevi seguire un mio corso di una giornata a duemila euro e, anche se partivi da zero, saresti diventato il Jeeg Robot D’Acciao dell’ipnosi.

                            E sono certo che avrei fatto un bel po’ di iscritti. E ti dico di più: in aula quasi tutti sarebbero riusciti a compiere la magia, perché gestendo bene il clima dell’aula è facile entrare in uno stato in cui si annullano le resistenze e tutti si lasciano andare, magari solo per compiacere il compagno di corso.

                            Ma una volta fuori, nel mondo reale, nel provare quelle stesse cose ti saresti ritrovato senza sapere cosa fare, accumulando errori e figuracce e senza avere a disposizione neppure i parametri che ti possono aiutare ad evitarli in futuro e ad imparare da essi.

                            Ripeto, nel dirti questo non ho nessuna convenienza, anzi, sto solo allontanando molti lettori, me ne rendo conto. Ma te lo dico perché rispetto questa disciplina e rispetto chi vi si vuole approcciare in modo serio e competente.

                            Gli altri possono andare a farsi prendere in giro altrove. Mi dispiace per loro ma oltre a dispiacermi non posso fare nient’altro.

                            Spero che tu comprenda la severità su questo punto e che apprezzi la mia onestà.

                            Se sei arrivato a leggere sino a questo punto, ti faccio i miei complimenti perché nel prossimo capitolo parleremo dei principi di una induzione istantanea, così che tu possa crearla da solo. E te ne fornirò anche una che, se hai rispettato tutto ciò che abbiamo visto sino a questo momento, avrà un’altissima percentuale di successo.

                             

                            Per iniziare puoi usare qualsiasi induzione che conosci ma velocizzandola. Evita quelle basate sul campo affermativo e concentrati su quelle miste e per shock.

                            I principi dell’induzione istantanea

                            Su questo argomento sarò parziale, nel senso che per non confonderti le idee e non farti perdere in un eccesso di informazioni, ti fornirò uno schema perfetto per chi non ha mai praticato un ipnosi istantanea. Si tratta di uno schema molto diffuso tra gli ipnotisti di strada, che uso anche io e che ho notato funzionare con successo anche con i miei studenti. Insomma, è più che testato ed è pure abbastanza semplice da eseguire. Ovviamente questa serie di principi dovranno essere utilizzati dopo aver fatto rapport ed aver eseguito un buon pre-talk.

                            Vediamoli subito:

                                • Dare ordini diretti al soggetto

                                • Invadere lo spazio personale del soggetto

                                • Fare una piccola violenza sul soggetto

                                • Operare una rottura di schema (ovvero eseguire una manovra di shock)

                              Questi principi possono essere eseguiti in sequenza, oppure più insieme simultaneamente.

                              Tra poco entrerò ulteriormente nei dettagli, prima di proseguire però vorrei che tu tornassi a tutto ciò di cui abbiamo parlato nella sezione sul mindset, perché a questo punto ti sarà chiaro perché è così importante. Le azioni che devi compiere sono molto dominanti e tu devi riuscire a mantenere l’equilibrio necessario per dominare e allo stesso tempo non rompere il rapport.

                              Adesso vedremo di nuovo questi principi e ti spiegherò come eseguirli.

                                  • Dare ordini diretti al soggetto: un ordine diretto può essere anche “Alzati e vieni qui“, oppure “Fai un passo verso di me“. Lo scopo è quello di innescare un meccanismo di obbedienza, nel quale tu ordini qualcosa e il soggetto esegue.

                                  • Invadi lo spazio personale del soggetto: puoi farlo dandogli una pacca sulla spalla con la scusa di rassicurarlo, oppure avvicinando la bocca al suo orecchio come per dirgli qualcosa che deve sentire solo lui. Anche in questo caso tu stai dando un chiaro segnale di dominazione: invadi il suo spazio vitale e lui deve accettarlo.

                                  • Fai una piccola violenza sul soggetto: detta in questo modo sembra qualcosa di brutale, ma in realtà potresti semplicemente prendergli le mani e metterle in una certa posizione, dare un piccolo colpo col piede contro il suo intimandogli di avvicinare o divaricare leggermente le gambe. In breve: lo obblighi a fare qualcosa o lo costringi a farla. Ovviamente, come hai visto negli esempi, non devi essere davvero violento, dato che devi sempre e comunque mantenere il rapport. La violenza più che reale deve essere simbolica.

                                  • Operi una rottura di schema: puoi ad esempio chiedergli di darti la mano per poi procedere con l’induzione vista nel video precedente. Oppure porgli la mano stringerla a lungo, fissandolo negli occhi per poi dare tre strattoni veloci seguiti da un autoritario “dormi“. L’importante è creare in lui un piccolo shock ipnotico.

                                A questo punto dovrebbe esserti più chiaro. Ma voglio essere ancora più pratico, di conseguenza adesso ti trascriverò uno schema molto preciso che potrai applicare facilmente.

                                [ Ordine diretto al soggetto ]

                                (Indicando il soggetto selezionato con un dito)

                                Vieni qui e mettiti davanti a me.

                                (Aspetta che esegua)

                                Allarga leggermente le gambe di modo i piedi siano paralleli alle spalle.

                                (Aspetta che esegua)

                                Bravissimo.

                                [ Invadere lo spazio vitale ]

                                (Avvicinati e mettigli una mano sulla spalla)

                                Allora, sei pronto ad essere ipnotizzato?

                                (Aspetta la risposta positiva)

                                Perfetto.

                                [ Fai una piccola violenza ]

                                (Prendigli le braccia e posizionagliele con vigore lungo i fianchi)

                                Queste è meglio che stanno così, va bene?

                                (In questo caso non aspettare la risposta positiva, continua subito con la fase successiva)

                                [ Rottura di schema ]

                                Adesso metterò un dito di fronte i tuoi occhi (posiziona l’indice a cinque centimetri dai suoi occhi, con la punta del dito verso l’altro) e ti chiedo di fissarlo.

                                Poi inizierò a contare e tu conterai con me, è chiaro?

                                (Aspetta la risposta positiva)

                                Conterò mentre espiri ma durante l’inspirazione voglio che tu chiuda gli occhi.

                                Quindi contiamo insieme uno e tu fissi il dito, poi chiudi gli occhi e inspiri. Poi li riapri, continui a guardare il mio dito e mentre espiri contiamo due… e così via?

                                Sono stato chiaro?

                                (Aspetta la risposta positiva. Se non dovesse comprendere, spiega di nuovo il processo di modo che gli sia comprensibile)

                                Cominciamo?

                                (Aspetta la risposta positiva)

                                Uno

                                (Controlla che dopo aver contato con te chiuda in autonomia gli occhi, se non lo fa usa l’altra mano per fargli cenno di abbassare le palpebre. Prosegui col conteggio, facendogli aprire e chiudere gli occhi. Nel momento in cui arrivi a cinque, prima che sollevi le palpebre, apri il palmo della mano. In questo modo quando li aprirà invece di trovare il solito dito li vedrà tutti e cinque. Infine, non appena apre gli occhi, usando l’altra mano dagli un leggero colpetto della nuca e con tono autoritario dici: “Dormi“)

                                Come puoi notare si tratta di un processo molto lineare e in apparenza molto semplice, eppure nell’eseguirlo metti in atto una serie di manovre estremamente complicate e tendenzialmente aggressive nei confronti del soggetto.

                                Con questo non ti dico che devi essere realmente aggressivo, anzi, ti consiglio di vedere qualche altro mio video dimostrativo sul mio canale YouTube. In questo modo potrai notare quante volte utilizzo i principi appena descritti, riuscendo però a mantenere un clima allegro di gioco che fa sentire i soggetti al sicuro e protetti.

                                Perchè devi sempre ricordare questo: chi ipnotizzi deve sentirsi al sicuro e protetto. Al contrario potrebbe crearti delle resistenze oppure potrebbe avere una esperienza ipnotica negativa.

                                 

                                I principali errori compiuti in una ipnosi rapida

                                Come abbiamo visto sino a questo punto, le variabili che intervengono durante un’ipnosi rapida sono davvero tante. Di conseguenza, la cosa migliore da fare è partire dagli errori più semplici da comprendere, ovvero quelli che ricadono nel non aver lavorato bene con gli elementi visti sino a questo momento. Quindi si tratta di errori che riguardano:

                                    • Il mancato rispetto delle norme di sicurezza

                                    • Un mindset per niente adeguato

                                    • Un rapport debole

                                    • Un pretalk poco convincente e coinvolgente

                                    • Il mancato rispetto dei principi e dello schema

                                  Per i primi quattro non credo ci sia altro da aggiungere, se non il fatto che se non sono eseguiti alla perfezione corriamo il rischio di far fallire l’ipnosi o portare il soggetto a vivere un’esperienza negativa.

                                  Qualche parola in più va spesa per l’ultimo: per quanto possa sembrare superfluo, per esperienza personale ho capito che molti studenti di ipnosi cercano avidamente schemi da seguire, per poi fare di testa propria quando sono sul campo.

                                  La cosa potrà sembrare ridicola ma accade più spesso di quanto si possa immaginare. La cosa divertente, però, non è tanto questa, quanto il momento in cui si lamentano perché non ha funzionato.

                                  Un sacco di volte mi sono ritrovato a leggere messaggi che mi dicevano cose del tipo: “Ho fatto quello che scrivevi e non ha funzionato“.

                                  Di solito in questi casi chiedo di descrivermi nei dettagli il processo e quasi sempre mi ritrovo a leggere un processo che è diverso da quello che avevo descritto.

                                  Sia ben chiaro, io non sono contrario all’improvvisazione; anzi, è quello il livello a cui si deve arrivare. Purtroppo – per dirla in linguaggio musicale – non puoi improvvisare il jazz se prima non hai imparato le scale musicali.

                                  O per dirla come le nostre maestre in prima elementare: prima di imparare a scrivere le parole è necessario fare le paginette con singole lettere.

                                  Gli schemi, infatti, servono per dare una struttura sicura ad una persona inesperta. Hanno lo scopo di fornirgli l’esperienza e la dimestichezza necessaria per sviluppare una certa maestria. Solo dopo essere arrivati a quel punto si può iniziare ad improvvisare, ma anche in questo caso si passerà attraverso un processo per prove ed errori, dove alcune cose funzioneranno bene, altre meno bene, mentre altre ancora non funzioneranno affatto.

                                  E questo non vale solo per l’ipnosi, ma per ogni tipologia di apprendimento.

                                  Un altro errore che viene praticato spesso riguarda l’uso dell’ipnosi rapida nel campo dell’aiuto.

                                  Ti do subito la versione breve: che tu sia uno psicologo, uno psicoterapeuta, un counselor o un coach, che tu pratichi l’ipnosi terapeutica o l’ipnopedia (quella volta all’insegnamento), ipnotizzare per la prima volta un soggetto con l’ipnosi rapida è una cosa che non dovresti mai fare (salvo eccezioni date dal raggiungimento di una buona esperienza: ovvero l’aver ipnotizzato almeno 50 persone, il che ti offre la sensibilità per capire quando questa regola può essere infranta).

                                  In primo luogo ti trovi in un contesto serio e professionale, dove la persona ti ha raggiunto portando con sé molti dei suoi disagi. Di conseguenza, il portarlo velocemente in trance potrebbe spaventarlo, scaraventargli addosso tutti quei disagi (oltretutto in versione amplificata), scatenare in lui una grossa abreazione che (specialmente se non hai ancora dimestichezza con l’ipnosi rapida) sarà difficile da gestire, proprio a causa dei tempi molto serrati.

                                  Sia ben chiaro, se ipnotizzassi la stessa persona in un pub, nelle vesti di uno sconosciuto ipnotista, questi problemi potrebbero non esserci. Ma il contesto in cui ti trovi cambia completamente le carte in gioco.

                                  La persona non è nel tuo studio per divertirsi, per fare un’esperienza diversa o provare qualcosa di nuovo, è lì per affrontare i suoi problemi. Insomma, il contesto è diverso e crea un clima completamente differente.

                                  In secondo luogo l’ipnosi rapida non serve a nulla rispetto al lavoro che stai per svolgere: non chiederai alla persona di restare immobile, parlare una lingua sconosciuta, ridere o avere delle allucinazioni buffe; tutt’altro. Lo dovrai condurre all’interno di un viaggio interiore, un viaggio nel quale lo guiderai a recuperare le sue risorse, affinché lui possa apprendere cose utili per ottenere quel tipo di cambiamento necessario al risultato che vuole ottenere.

                                  Di conseguenza in questo contesto vale la regola che ho ripetuto in vari articoli e in molti dei miei libri: il tempo dell’induzione della trance deve essere dettato dai bisogni del soggetto.

                                  Spesso, quando lavoro con un cliente, gli pongo una domanda molto diretta: “Vuoi essere ipnotizzato velocemente o più lentamente?

                                  Insomma, lascio decidere a lui. O almeno in apparenza.

                                  Se mi chiede di essere ipnotizzato velocemente ma temo che possa scatenare un’abreazione, lavoro in modo nascosto con l’ipnosi conversazionale, per poi indurre una trance sonnambolica.

                                  In questo modo raggiungo tre obiettivi:

                                      • Mi prendo cura della sua sicurezza

                                      • Monitoro il modo in cui reagisce gradualmente alla trance

                                      • Gli offro un’esperienza ipnotica conforme alle sue aspettative

                                    Il problema è che spesso chi non rispetta questa regola basilare non ha come interesse principale il benessere della persona con cui ha a che fare, o almeno non più di quanto è interessato a dimostrare di essere un Jeeg Robot dell’ipnosi.

                                    L’ego non dovrebbe mai venire prima della cura dell’altro. E chi ha un’opinione diversa dovrebbe abbandonare l’ipnosi prima creare dei problemi (e prima che questi problemi ricadano a valanga su di lui).

                                    Quindi non è mai possibile usare l’ipnosi rapida in un contesto professionale?

                                    Certo che la possiamo usare ma in due occasioni ben precise:

                                        • Quando ci siamo assicurati che il soggetto abbia una piena confidenza con la trance ipnotica. Questo può accadere tanto al secondo incontro, quanto al terzo, o al quarto, dipende dai tempi personali del soggetto. In questo modo si renderà il processo di ipnosi più rapido, così da avere maggiore tempo da dedicare ad altri aspetti.

                                        • Quando vogliamo offrire una dimostrazione. Mettiamo il caso che abbiamo un soggetto poco convinto, che vuole essere ipnotizzato velocemente sin dall’inizio, altrimenti non crede che stiamo facendo ipnosi – e questa tipologia è molto frequente. In questa occasione possiamo usare l’ipnosi rapida, suggestionando mani incollate, catalessia o qualsiasi altro effetto che si potrebbe fare durante una dimostrazione ludica. Sia ben chiaro: lo scopo non è quello di lavorare con l’ipnosi, ma semplicemente quello di dimostrargli un’ipnosi conforme alle sue aspettative. Quindi sarà necessario un atteggiamento giocoso. Dopo aver dato la dimostrazione, si potrà tornare seri e passare al lavoro vero e proprio, attraverso l’induzione di una trance progressiva.

                                       

                                      Durante una sessione professionale di ipnosi, evita di usare l’ipnosi rapida. A meno che il soggetto non sia già abituato alla trance o abbia bisogno di una dimostrazione

                                       

                                      Conclusioni

                                      Siamo giunti alla fine di questa guida e spero di aver fatto davvero del mio meglio per averti dato tutte le dritte indispensabile per addentrarti in autonomia all’interno di questo ramo dell’ipnosi.

                                      Se l’hai letta tutta d’un fiato, mi permetto di consigliarti di darti del tempo per una seconda lettura: per quanto questo non voglia essere un testo esaustivo è denso di informazioni e anche quelle che in apparenza potrebbero sembrare superflue sono fondamentali per poter arrivare ad una esecuzione corretta, nel pieno rispetto delle persone con cui pratichi.

                                      Quindi, non posso fare altro che darti i miei tre consigli:

                                          • Fai tue tutte queste nozioni

                                          • Fai pratica col maggior numero possibile di persone

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