Come usare l’ipnosi per superare l’autosabotaggio

Studi recenti hanno evidenziato l’efficacia dell’ipnosi come strumento terapeutico nel trattamento di comportamenti di autosabotaggio, un ostacolo significativo nella realizzazione personale e professionale degli individui. In questo articolo ti proporrò un approccio basato sull’evidenza scientifica per integrare l’ipnosi nella pratica professionale, con l’obiettivo di affrontare e superare l’autosabotaggio nei clienti/pazienti.

Ma cominciamo dal principio…

Cosa si intende col termine autosabotaggio

L’autosabotaggio rappresenta un complesso di comportamenti o schemi di pensiero che un individuo mette in atto, spesso inconsciamente, e che ostacolano il raggiungimento dei propri obiettivi o il benessere personale.

Questi comportamenti possono includere:

  • procrastinazione,
  • autodistruttività,
  • e l’instaurazione di relazioni interpersonali nocive.

Le radici dell’autosabotaggio sono profondamente annidate nelle esperienze di vita precoce e nelle convinzioni fondamentali che un individuo sviluppa su di sé e sul mondo circostante. Studi psicologici hanno collegato l’autosabotaggio a esperienze infantili di rifiuto, abbandono o critica (Brummelman et al., 2015), che possono portare alla formazione di una bassa autostima e di credenze limitanti riguardo le proprie capacità e il proprio valore.

Le conseguenze dell’autosabotaggio si manifestano in vari aspetti della vita di un individuo, includendo la salute mentale, le relazioni interpersonali, e il successo professionale.

Comportamenti di autosabotaggio come la procrastinazione possono portare a stress, ansia e una riduzione della produttività, mentre l’autodistruttività può avere effetti devastanti sulla salute fisica e psicologica dell’individuo (Sirois, 2014).

A livello interpersonale, l’autosabotaggio può erodere la fiducia nelle relazioni, portando a cicli ripetitivi di conflitti e isolamento.

Valutare l’incidenza esatta dell’autosabotaggio nella popolazione generale presenta delle sfide, data la sua natura intrinsecamente soggettiva e la varietà di forme che può assumere. Tuttavia, studi hanno suggerito che comportamenti di autosabotaggio sono comuni, con un’indagine che riporta che fino al 70% degli studenti universitari ha sperimentato procrastinazione in compiti accademici, un classico esempio di autosabotaggio, in relazione a stress e ansia (Steel, 2007).

In che modo l’ipnosi contrasta l’autosabotaggio

L’ipnosi si rivela particolarmente efficace nel contrastare comportamenti di autosabotaggio grazie alla sua capacità di agire a livello inconscio, dove risiedono molte delle radici di tali comportamenti.

Ma vediamo i modi in cui l’ipnosi può essere utile in questo contesto:

  • Accesso all’inconscio: l’autosabotaggio spesso deriva da credenze limitanti, paure e schemi comportamentali appresi che risiedono nell’inconscio. L’ipnosi facilita l’accesso a questo livello profondo della mente, permettendo di identificare e modificare le convinzioni radicate che guidano il comportamento di autosabotaggio. Questo accesso consente di lavorare direttamente con le cause piuttosto che con i sintomi, promuovendo cambiamenti più duraturi.
  • Modifica delle credenze limitanti: nello stato di trance la mente diventa più recettiva ai suggerimenti. Ciò permette al professionista di introdurre nuove convinzioni positive e di sfidare quelle limitanti che contribuiscono all’autosabotaggio. Queste nuove convinzioni possono sostituire quelle vecchie, modificando la percezione di sé dell’individuo e aumentando la fiducia nelle proprie capacità.
  • Rafforzamento dell’autoefficacia: l’ipnosi può essere utilizzata per rafforzare l’autoefficacia, ovvero la credenza nella propria capacità di raggiungere gli obiettivi. Attraverso visualizzazioni guidate e suggerimenti positivi, gli individui possono sperimentare mentalmente il successo e il superamento degli ostacoli, cosa che può aiutare a costruire la fiducia nelle proprie abilità e a ridurre i comportamenti di autosabotaggio.
  • Gestione dello stress e dell’ansia: molte forme di autosabotaggio, come la procrastinazione, sono legate allo stress e all’ansia. L’ipnosi può aiutare a insegnare tecniche di rilassamento e di gestione dello stress, riducendo l’ansia e migliorando la capacità di affrontare le sfide in modo più produttivo.

Studi empirici supportano l’efficacia dell’ipnosi nel trattamento di comportamenti di autosabotaggio. Ad esempio, una ricerca pubblicata su “The Journal of Clinical Psychology” ha dimostrato che l’ipnosi può ridurre significativamente la procrastinazione, un comune comportamento di autosabotaggio, migliorando l’auto-regolazione e l’orientamento agli obiettivi (Kirsch, Montgomery, & Sapirstein, 1995).

Protocollo ipnotico per l’autosabotaggio

Adesso passiamo dalla teoria alla pratica!

Qui di seguito voglio proporti un protocollo per gestire un cliente/paziente che vuole superare l’autosabotaggio.

Si tratta di uno schema che comincia prima dell’induzione della trance e che ti consiglio di utilizzare se vuoi lavorare in modo attento ed efficace su questa problematica.

Ma vediamolo nel dettaglio

Fase 1 – Valutazione e definizione degli obiettivi: prima di tutto, è fondamentale comprendere in dettaglio i problemi, gli obiettivi e le motivazioni del cliente. Identificare comportamenti specifici di autosabotaggio e i relativi trigger è cruciale. La ricerca indica che un’accurata valutazione iniziale migliora l’efficacia degli interventi ipnotici (Hammond, 2010).

Fase 2 – Induzione dell’Ipnosi e approfondimento: l‘induzione di uno stato di trance ipnotica facilita l’accesso alla mente inconscia, permettendo l’approfondimento dello stato. Tecniche di induzione e approfonditori devono essere scelti in base alla risposta individuale del cliente, come supportato dalla letteratura (Elkins, Barabasz, Council, & Spiegel, 2014).

Fase 3 – Integrazione e rinforzo positivo: attraverso le suggestioni è possibile rafforzare i comportamenti funzionali osservati in precedenza nel cliente, promuovendo una visione positiva di sé (Lynn, Kirsch, Barabasz, Cardeña, & Patterson, 2000).

Fase 4 – Regressione e auto-coaching: la regressione a fasi della vita precedenti, in particolare l’infanzia, con una nuova consapevolezza di sé, permette di rielaborare esperienze passate sotto una nuova luce. Questo processo può facilitare l’integrazione di nuove identità positive (Vossler, 2003). Ad esempio, è possibile far osservare vari momenti del passato del soggetto da dissociato (in terza persona), ricordandogli la nuova identità e chiedendogli cosa può imparare da quell’esperienza.

Fase 5 – Ricerca di conflitti: chiedere all’inconscio se ci sono delle parti in conflitto col lavoro che si è appena svolto. Nel caso ci fossero, identificare qual è lo scopo che vuole raggiungere (di solito è sempre una forma di cura e protezione del soggetto), attraverso quali comportamenti, così da gestirli nella stessa sessione o in una successiva con la tecnica della restrutturazione in 7 fasi (la trovi nel Corso Pratico di Ipnosi PRO).

Fase 6 – Suggestione post-ipnotica: la creazione di ancore post-ipnotiche può fornire ai clienti strumenti per mantenere e promuovere il cambiamento desiderato nel tempo, agendo come promemoria delle nuove abilità e visioni di sé (Yapko, 2003). In più sono un modo per far accedere il soggetto a determinati stati risorsa, così da poter gestire eventuali difficoltà dovesse affrontare durante la propria quotidianità.

>>> Se vuoi imparare come creare un ancoraggio efficace, puoi cliccare qui per l’articolo di approfondimento <<<

Si tratta dello stesso schema che utilizzo personalmente.

A volte le ragioni dell’autosabotaggio possono essere molto profonde, e potrebbe essere necessario scavare a lungo. L’elemento potente di questo schema è che non affronta il problema in modo diretto, ma laterale, evitando molte resistenze.

Le resistenze possono farsi avanti nella fase cinque, quando si ricercano i conflitti. Ma in quel caso, se ci dovessero essere, emergeranno in modo abbastanza chiaro e sarà più facile identificarli col cliente/paziente e da lì gestirli con altre strategie ipnotiche o ulteriori strumenti.

Conclusione

L’ipnosi si presenta come uno strumento potente e flessibile nella lotta contro l’autosabotaggio, offrendo ai professionisti un metodo basato sull’evidenza per supportare i loro clienti nel raggiungimento dei loro obiettivi. Integrando queste tecniche, i professionisti possono facilitare profondi processi di cambiamento, promuovendo benessere e crescita personale. Se vuoi imparare anche tu ma non sai da dove partire, allora ti consiglio di dare un’occhiata qui!

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